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“Milano Unita” vuole riconvertire il terzo anello dello stadio Meazza in una galleria panoramica con negozi e ristoranti.
Il piano per la riqualificazione di San Siro di “Milano Unita” è guidato da Paolo Limonta e Nicola Magistretti che spiegano “Il nostro progetto costa meno di uno stadio nuovo e preserva un pezzo di storia della città”. E aggiungono “Da mesi ormai chiediamo un colloquio con le società di Milan e Inter, ma finora tutto tace. C’è poi anche la questione della trasparenza riguardo alle proprietà delle due squadre: sappiamo bene che fanno capo a società d’investimenti con base nel paradiso fiscale delle isole Cayman.
Davvero vogliamo che i progetti per la costruzione di un nuovo stadio vadano in mano a dei fondi speculativi. Chiediamo di riaccendere le luci su San Siro e di valorizzare quello che per la città è un vero e proprio monumento, secondo solo al Duomo e alla Scala per numero di visitatori dall’estero”.
L’obiettivo del manifesto è riaccendere le luci sullo stadio caldeggiando un dibattito pubblico con gli abitanti della zona e i cittadini milanesi sul futuro del Meazza.
Venerdì 9 luglio hanno partecipato alla conferenza stampa Paolo Limonta ed Elena Lattuada, Milly Moratti, consigliere comunale; Riccardo Aceti e Nicola Magistretti, co-autori del Progetto di riqualificazione dell’attuale stadio Meazza; David Gentili, presidente della Commissione AntiMafia del Comune Milano; Claudio Trotta, fondatore di Barley Arts e Slow Music e Nicola Fratoianni, parlamentare e segretario Nazionale di Sinistra Italiana.
Il manifesto evidenzia “Lo stadio Meazza fa parte della storia di Milano: sportiva, architettonica, culturale.
La sfida che abbiamo di fronte è se cancellare questa memoria o se dare vita a un progetto di riqualificazione che garantisca le strutture volute dalle due squadre, come ristoranti, sale ritrovo, hotel grazie alla ristrutturazione del terzo anello e delle quattro torri senza consumo di suolo e nel pieno rispetto degli indici di edificabilità previsti dal PGT, come avviene al Bernabeu di Madrid o al Camp Nou di Barcellona. Il progetto del nuovo stadio, definito già antico dall’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti, è in realtà un “pretesto” per avviare un’operazione immobiliare/finanziaria che ripropone il vecchio modello di sviluppo con l’ennesimo consumo di suolo, con la cementificazione che sventra un parco di 5 ettari, con residenze super lusso da 10.000 euro al metro quadro; con quattro grattacieli e due centri commerciali“.
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