Pioggia di neve su Toronto, le strade spazzate dal vento mi rinchiudono nel cappotto e la musica degli ABC mi rimbomba nel cervello. Mentre cammino per Delaware Avenue San Siro è un’ipotesi lontana, pochi minuti smozzicati, quello che serve per accendere il computer, sintonizzare il mio cervello sul link più corretto, trattenere il fiato tutto all’improvviso, chiudere gli occhi e guardare il risultato di Milan-Sampdoria: 3-0. Le labbra lievemente si dischiudono facendo uscire il terrore, il brivido diventa eccitazione quando scorro il tabellino dei marcatori: Seedorf, il vecchio Clarence, totem rossonero, Cassano su rigore e Robinho, con assist di Fantantonio. Chiamale, se vuoi, emozioni. Il sorriso si inerpica verso la parte alta del mio volto quando arrivo alla riga successiva e scorgo il risultato di Parma-Inter. 2-0. Fuori uno. Ora non resta che appellarsi al sangue friulano che scorre nelle mie vene. Buon sangue non mente. Napoli-Udinese 1-2. Il Milan è a +6 sulla seconda.
A 10mila chilometri di distanza è come sentire parlare della ‘pastorella’ di Lourdes e del miracolo che si avvera. Pioggia di neve a Toronto. Ripasso la storia della mia infanzia, da Rivera a Baresi, da Weah a Shevchenko. Mi addormento tra fiocchi di neve e sogni di gloria.
La canzone della domenica: ABC, “Spellbound”
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