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Dio mio, ho offeso la Madonna e non lo sapevo

Winston Churchill disse una volta una frase che più o meno suona così: “Gli italiani vanno alla guerra come fosse una partita di calcio, e vanno a una partita di calcio come fosse una guerra”. E non lo diceva certo con tono di ammirazione. E’ la precisa sensazione che provo nel leggere alcuni commenti (peraltro uno sparuto gruppo, meno di una decina) arrivatimi dopo il post su Javier Zanetti.

Vale la pena, non tanto per chi si è espresso in termini che servono solo a qualificarlo, ma per coloro che magari possono (peraltro giustamente) dissentire da quello che ho scritto, fare una precisazione: non era mia intenzione, e non mi sembra di averlo fatto, mancare di rispetto a ‘capitan’ Zanetti. L’ho solamente preso un po’ in giro, cosa che ci sta benissimo, per chiunque, me compreso. Intoccabili non ne esistono, auspichiamo, nemmeno in politica, figurarsi in quello che dovrebbe rimanere un gioco. Chi ha scritto ha poca memoria storica, o poca memoria in assoluto, ma le ‘comparsate’ del buon Javier erano davvero così. Ogni volta, inesorabile, arrivava la solita solfa: “Ci dispiace per i tifosi, abbiamo dato tutto”, in quella sorta di veneto-campesino che ne caratterizza l’accento. Cosa che trovavo irresistibilmente comica. Vediamo poi di imparare un po’ di più a sdrammatizzare le cose. Zanetti non mi pare abbia mai fatto miracoli: in campo di sicuro meno di Maradona, fuori dal campo certamente nessuno. E’ una brava persona? Sicuramente. Come tanti, ci mancherebbe fosse pure cattiva.
Un’altra cosa: vedo che ancora diversi non hanno capito la differenza tra blogger e giornalista. Aggiornatevi. Come blogger sinceramente mi permetto di dire quello che penso a modo mio, ovviamente senza offendere nessuno. Se volete leggere gli articoli dove i vostri campioni vengono inesorabilmente esaltati, comperate pure i giornali. Soprattutto in Italia, la banalità la farà da padrona. Che altro aggiungere? La mia firma c’è, mi raccomando, è in alto sulla sinistra e sotto al titolo, basta aguzzare la vista e saper leggere. E poi siate più autoironici. Non sono stato io a salire sul pullman dei giocatori dell’Inter con le cinghie in mano perché la squadra faceva cagare. Guarda caso, se non erro quella stagione poi i nerazzurri vinsero lo scudetto. A tavolino.
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