Lo sgarro dell’Inter al Milan si chiama Leonardo, quello del Milan all’Inter si chiama Antonio Cassano (che i nerazzurri sognavano), in attesa di Mario Balotelli (che i nerazzurri hanno appena dato via e che in molti rimpiangono). Ma è logico impostare la propria campagna acquisti più sui “colpi bassi” da tirare all’avversario o su ciò che serve davvero? Certamente l’ex pupillo della Garrone’s band blucerchiata è il “colpo” del mercato invernale, e certamente il suo arrivo alzerà il già altissimo tasso tecnico della squadra rossonera. Nel giro di pochi mesi il Milan cambia completamente pelle, ma anche tanto cuore. La “cattiveria” di Ibrahimovic, Cassano e, in futuro, Balotelli, l’addio di Ronaldinho, praticamente al Gremio, il cambio in panchina tra Leonardo e Allgeri.
Le mie critiche all’arrivo di Ibrahimovic (per non parlare della dipartita di Marco Borriello) rimangono, consapevole di suscitare la protesta di qualcuno. Finora lo svedese di origine slava ha fatto quello che doveva fare, ovvero la differenza contro squadre mediocri (sempre che qualcuno abbia il coraggio di considerarlo decisivo nel derby per un rigore segnato), continuando a fare (male) quello che ha sempre fatto in Europa: ovvero niente. Augurandomi di essere smentito mi vengono i brividi a pensare che nello spogliatotio di Baresi, Maldini, Costacurta e Donadoni presto accanto a Ibra si siederà Cassano. Due simboli del “calcio” isterico, quello del “vaffa” lanciato al tecnico, quello del cialtronesco silenzio stampa, atteggiamenti che mai sono appartenuti al composto, corretto ed educato mondo Milan. La società milanista disse che mai avrebbe preso giocatori brasiliani salvo poi diventare la succursale della nazionale verdeoro. Ora viene smentito un altro postulato di via Turati: quello del calciatore prima di tutto “corretto fuori dal campo”.