Mario Balotelli, addio senza rancore. O forse un po' sì. Chi cerca di seminare zizzania però non si dia troppo da fare, il presidentissimo dell'Inter Massimo Moratti non presterà il fianco: "Vedremo se la partenza di Balotelli sarà una sconfitta, lo considerino come vogliono". Tè, ciapa sù. Ai microfoni di Sky il presidentissimo vede tutto rosa e fiori, e d'altra parte, con cinque scudetti consecutivi vinti alle spalle, chi non lo farebbe? "C’è Coutinho che è un altro giovane, la scommessa continua dice – Su Balotelli hanno ragione tutti, è un talento che, per conto mio, non si è ancora espresso al 100%, ma questo talento, in questo momento, non è sembrato così indispensabile all’interno della realizzazione della squadra". Sono d'accordo con lei, presidente. Inoltre, un po' per merito e un po' per fortuna, la sua organizzazione, dopo anni di vache magre sta dando l'idea di non sbagliare più un colpo sul mercato, quindi anche questa volta potrebbe essere quella giusta. "Abbiamo delle offerte importanti, degli obiettivi di carattere economico, quindi il sacrificio lo fai con il giocatore che gli altri ti chiedono, non con quello che cerchi di vendere e nessuno vuole. Balotelli rimane un grande talento, ma per noi è quasi un obbligo uscire in questa maniera. Che tipo di rapporto aveva con lui? – continua -. Con lui avevo un rapporto decisamente buono, poi non so cosa dirà lui".
Altro punto a favore dell'Inter: i rapporti con la squadra non erano buoni, e si sapeva. "Certamente avrà inciso" dice Moratti, "non si è trovato benissimo e anche gli altri in certi momenti, ma le vittorie hanno fatto sì che tutto fosse perdonato, anche perché c’era la stima nei confronti del professionista che gioca bene. Ciò non toglie che questo abbia influito nel sentirlo un po’ meno parte di un pezzo unico".