L'obiettivo di mercato dichiarato del Milan, fatti salvi clamorosi stravolgimenti, è destinato a rimanere soltanto un sogno di mezza estate. Emmanuel Adebayor, attaccante dell'Arsenal, ha annunciato che non si muoverà da Londra. Dirigenza, tifosi e addetti ai lavori che nella rosa dei nomi papabili per l'attacco rossonero avevano accordato al 24enne avanti togolese la preferenza si devono a questo punto rassegnare. Non è però proprio il caso di farne una tragedia per due ragioni.
La prima: Adebayor è sì giovane ed è stato protagonista (limitatamente alla Premier League) di una grande stagione ma una società prima di investire certe cifre dovrebbe verificare che per il giocatore in questione non si sia trattata di un'annata magica (nelle precedenti cinque stagioni con Metz, Monaco e Arsenal aveva in fondo tenuto una media realizzativa appena superiore alle sei reti) e attendere magari una sua crescita a livello internazionale.
La seconda è che il Milan anche se dal cambio Borriello-Gilardino (oltre a rafforzare una diretta rivale per quel quarto posto che allo stato delle cose si profila essere l'unico traguardo raggiungibile dalla formazione di Ancelotti) difficilmente trarrà dei benefici, appare più carente in altre zone del campo. Tutti sembrano essersi dimenticati di quei ruoli scoperti o coperti in modo approssimativo (portiere, difensori centrali, esterni di centrocampo) che uniti alla controproducente ritrosia di Kakà a giocare seconda punta e ad una panchina povera di alternative hanno impedito al Milan di centrare quantomeno la qualificazione alla prossima Champions League.