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Proteste dei lavoratori dei musei a Milano: diritti negati e condizioni precarie

I dipendenti dei musei civici di Milano chiedono un incontro con il comune per migliorare le loro condizioni lavorative.

Manifestazione dei lavoratori dei musei a Milano
I lavoratori dei musei di Milano protestano per diritti negati.

La protesta dei lavoratori dei musei civici

Il 18 novembre, durante una seduta del consiglio comunale a Palazzo Marino, i lavoratori dei musei civici di Milano hanno alzato la voce per rivendicare i propri diritti. La protesta ha visto la partecipazione di alcuni rappresentanti dei dipendenti, che hanno interrotto la riunione per esprimere il loro malcontento riguardo alle condizioni lavorative. “Non si può vivere con 900 euro al mese”, hanno dichiarato, evidenziando la difficoltà economica che molti di loro affrontano quotidianamente.

Le condizioni lavorative inaccettabili

I lavoratori hanno sottolineato che il loro stipendio orario è di soli 7 euro, una cifra che non consente loro di sostenere le spese quotidiane. Nonostante i record di ingressi nei musei milanesi, i dipendenti hanno invitato i rappresentanti del comune a vedere di persona le loro condizioni di lavoro. “Da un anno chiediamo un incontro con il comune, ma le nostre richieste sono sempre rimaste inascoltate”, hanno lamentato. Questo malcontento è culminato in una serie di scioperi, che hanno attirato l’attenzione sulla loro situazione precaria.

Contratti e diritti negati

I rappresentanti dei lavoratori hanno spiegato che, nonostante ci sia stato un impegno verbale per applicare il contratto Federculture, la realtà è ben diversa. Attualmente, gli appalti prevedono un contratto di “multiservizi”, definito come “povero” e, in alcune sentenze, addirittura “incostituzionale”. I custodi dei musei, infatti, sono assunti come personale di pulizia con contratti part-time, una situazione che non riflette il valore del loro lavoro e l’importanza dei musei per la cultura milanese.

Dopo la protesta, i lavoratori sono stati ricevuti dall’assessore alla cultura, Tommaso Sacchi, in un incontro che potrebbe rappresentare un primo passo verso la risoluzione delle problematiche sollevate. Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga e i lavoratori continuano a chiedere un cambiamento reale e duraturo.

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