Il Municipio 7 di Milano fa passare la mozione che elimina l'obbligo di sottoscrivere la "dichiarazione antifascista" ma Beppe Sala risponde.
Il Municipio 7 di Milano ha votato una mozione che elimina l’obbligo di sottoscrivere la “dichiarazione antifascista” da parte dei suoi associati e dalle istituzioni nelle richieste per gli spazi comunali. La risposta del sindaco di Milano Beppe Sala contro il Municipio 7 non è tardata ad arrivare. Il sindaco sostiene che la città di Milano non può appoggiare una tale mozione e che è importante non fare passi indietro nella lotta in favore dell’antifascismo.
Municipio 7: le dichiarazioni di Beppe Sala
“Sull’antifascismo non possiamo fare un passo indietro, andremo avanti con la nostra idea. In questo Paese il ricordo e il rischio di un ritorno del fascismo c’è ancora, io continuerò a difendere i valori della nostra città” con questa parole Beppe Sala, il sindaco della città di Milano, si esprime in merito alla questione. Si dichiara non a favore della mozione proposta dal municipio di centro destra, presieduto dal forzista Alessandro Bestetti, e ribadisce l’importanza che ha la “dichiarazione antifascista” per un paese come l’Italia. Il centro sinistra del Municipio 7 ha tentanto di opporsi alla mozione votata da tutti i rivali politici. Silvia Roggiani, la segretaria del Pd di Milano, ha così commentato l’accaduto: “A noi fanno paura e orrore i rigurgiti di nuovi fascismi e antisemitismo, mentre la maggioranza di destra sembra essere allergica all’antifascismo e alla storia di Milano, città medaglia d’Oro alla Resistenza“.
Il Municipio 7 di Milano chiedeva la modifica della procedura per la concessione di spazi comunali e di contributi alle associazioni eliminando la necessità, per chi fa richiesta, di sottoscrivere la “dichiarazione antifascista“. Nell’aprile del 2018 si era, infatti, stabilito che chi non firma una dichiarazione di rispetto dei valori della Costituzione repubblicana e antifascista non può ottenere l’utilizzo di luoghi pubblici, sale e spazi del Comune di Milano, né patrocini o contributi di alcun genere. Il dibattito si era aperto quando era stata concessa una sala conferenze a Forza Nuova per un incontro con il leader Roberto Fiore e Roberta Perrone, consigliera di municipio del partito.