Il quartiere di Porta Venezia a Milano è riconosciuto dai milanesi grazie ai Giardini Indro Montanelli, uno degli spazi verdi più amati della città, e grazie alla via dello shopping di Corso Buenos Aires.
Tutti conoscono questo quartiere di Milano, ma nessuno ne conosce la storia che racchiude, scopriamo di più in questo articolo.
Nel quartiere di porta venezia sorge uno dei storici accessi alla città. La porta durante la dominazione romana, medievale e spagnola aveva una funzione difensiva, mentre nel XVIII secolo veniva impiegata per la riscossione dei dazi.
Il nome originario in realà è Bastione di San Dionigi, denominato così dagli spagnoli li costruirono nel XVI secolo.
Poi ribatezzata in Porta Orientale.
In epoca Napoleonica cambia nuovamente nome e diventa Porta della Riconoscenza. L’architetto Piermarini prende la decisione di rimodernizzare i bastioni e comincia a progettare il suo rifacimento per renderla un vero e proprio monumento artistico in stile neoclassico.
Il progetto però non viene mai portato a termine, infatti per due volte viene costruito un arco provvisorio in cartongesso che non diventa mai permanente.
I caselli che vediamo oggi tra corso Buenos Aires e corso Venezia, non sono quelli di Piermarini.
Bensì sono quelli dell’architetto bresciano Rodolfo Vantini, costruiti nel 1827-28 in sostituzione di quelli rimasti incompiuti.
Nel 1860 la Porta Orientale viene ribattezzata Porta Venezia, in onore della città rimasta austriaca dopo la seconda guerra di indipendenza, e la piazza vicino prende il nome di Guglielmo Oberdan, l’irredentista giuliano impiccato dagli austriaci.
Inoltre non molti sanno che poco fuori dalla Porta Orientale c’era il famigerato Lazzaretto di Milano, descritto anche da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi.
In Via San Gregorio infatti si possono ancora vedere i resti di quello che un tempo era il Lazzaretto.
Esiste ancora la scalinata costruita nel 1787 quasi a metà del bastione che consentiva di dirigersi verso il Lazzaretto.
Il quartiere di Porta Venezia ospitò inoltre diversi personaggi famosi. Napoleone Bonaparte, uno di questi, che prima di spostarsi a Monza abitò a Palazzo Serbelloni in Corso Venezia 16. Anche famosi letterati vissero in questo quartiere.
Ricordiamo per esempio Henry Beyle (o Stendhal), e Filippo Tommaso Marinetti, il futurista ricordato da una targa sulla sua casa in Corso Venezia 23.
Dalla storia di questo quartiere emerge quanta storia si racchiuda dietro la città di Milano, e quante cose nuove si possono scoprire semplicemente facendo un tuffo nel passato.