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Prima della Scala, successo per l’edizione digitale in tempo di Covid

Grande successo di pubblico per la tradizionale prima della Scala, quest'anno rivisitata in una formula inedita a causa della pandemia di Covid.

Nonostante la formula inedita con cui è stata presentata, a partire dal titolo scelto “A riveder le stelle”, anche quest’anno la tradizionale prima della Scala è stata un grande successo di pubblico. Pubblico da casa ovviamente, dato che a causa delle restrizioni anti Covid non è stato possibile allestire uno spettacolo con gli spettatori in sala, ma che con i due milioni e 608mila persone che l’hanno seguita in televisione si piazza al secondo posto dietro al record assoluto segnato dalla rappresentazione della Tosca avvenuta lo scorso anno.

Successo per la prima della Scala

Impossibile anche organizzare uno spettacolo tratto da un’opera lirica come avveniva abitualmente. A causa di un focolaio di coronavirus scoppiato tra i membri del coro infatti, si è preferito optare su qualcosa che in molti definirebbero un vero e proprio medley delle più famose opere mai composte, chiamando a raccolta il meglio della scena lirica europea e mondiale al Teatro alla Scala. Un concerto in stile Band Aid, come lo ha definito il tenore Vittorio Grigolo.

Una serata indimenticabile, diretta da Riccardo Chailly, apertasi con il Rigoletto di Lucia Salsi e chiusasi con l’aria Tutto cangia tratta dal Guglielmo Tell di Giacchino Rossini. Nel mezzo tra gli altri anche Lisette Oropesa con Regnava nel silenzio dalla Lucia di Lammermore e soprattutto il ballerino Roberto Bolle, cimentatosi in uno coreografia tecnologica sulle note del compositore francese Erik Satie.

Sul palco anche il tenore spagnolo Pacido Domingo, protagonista con un’aria dell’Andrea Chenier, che poco prima dell’esibizione aveva affermato: “Sarà una prima unica, speriamo sia unica e che questa pandemia finisca. Dello stesso avviso anche il soprintendente del teatro Dominique Meyer: “È stato emozionante vedere che il mondo della lirica ha voluto darci una mano, alla Scala e all’Italia”.

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