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Riccardo Pittis e l’Olimpia Milano: Un Legame Eterno tra Sport ed Emozioni

Riccardo Pittis, un talento straordinario dell'Olimpia Milano, ha contribuito in modo significativo alla storia della pallacanestro italiana, lasciando un'impronta indelebile nel mondo del basket.

Il 9 gennaio 2026 rappresenterà un importante traguardo per l’Olimpia Milano, che celebrerà 90 anni di storia e successi. Tra i protagonisti di questa lunga avventura emerge la figura di Riccardo Pittis, nato il 18 dicembre 1968 a Milano. La sua carriera è un racconto avvincente di trionfi e legami profondi con la sua squadra del cuore, culminata con la conquista della Coppa Korac nel 1993.

Un inizio promettente

Riccardo Pittis ha collezionato nel corso della sua carriera numeri impressionanti: 2570 punti in Serie A, 84 presenze nelle competizioni europee e un totale di 863 punti segnati. Il suo esordio tra i professionisti avvenne nel gennaio 1985, ma il legame con l’Olimpia era già forte da bambino, quando assisteva alle partite del fratello Carlo, giocatore della stessa squadra.

Il percorso di formazione

Sin da giovane, Riccardo mostrava vivacità e passione per il basket. Durante le partite, si intrufolava in campo per tentare tiri a canestro. Gli allenatori della squadra notarono il suo talento e decisero di farlo allenare con i compagni più grandi. Questa esperienza di crescita con giocatori più esperti si rivelò fondamentale, nonostante inizialmente affrontasse alcune difficoltà. “Era un periodo in cui le regole erano più flessibili”, ricorda Pittis, che dovette adattarsi a un contesto competitivo e stimolante.

Il debutto in prima squadra

Un ricordo vivido per Pittis è il giorno del suo debutto in prima squadra. Ricevette una telefonata dall’allenatore, che lo informò della necessità di giocare una partita ufficiale. La sorpresa fu grande, poiché non si era mai allenato con i titolari. Questo evento cambiò radicalmente la sua vita, portandolo a competere in un’epoca in cui l’Olimpia era caratterizzata da campioni e personalità forti.

Imparare dai grandi

Tra i suoi compagni, Pittis aveva come modelli Magic Johnson e Mike D’Antoni. Nonostante la sua ambizione di emulare Johnson, spesso i risultati delle sue giocate risultavano comici. Pittis ricorda aneddoti divertenti, come quando un compagno di squadra lo mise in guardia contro i passaggi eccentrici durante le partitelle di allenamento. “Dovevamo vincere, e McAdoo non tollerava perdite nemmeno nei giochi tra amici”, afferma Pittis, evidenziando l’atmosfera competitiva che caratterizzava il gruppo.

Momenti indimenticabili

Una delle partite più iconiche della carriera di Pittis è stata quella contro Caserta nel 1987, una gara cruciale per il campionato. La squadra era sotto di 18 punti, ma lui entrò in un’ottica di trans agonistica, riuscendo a ribaltare le sorti dell’incontro. Questo evento segnò una svolta nella sua carriera: i compagni iniziarono a vederlo come un giocatore chiave, piuttosto che come un semplice giovane all’esordio.

Le vittorie e le delusioni

Pittis ha conquistato due volte la Coppa dei Campioni, ma la vittoria del 1988 è quella che più gli è rimasta nel cuore. Il ricordo della finale è vividamente presente nella sua mente, con il pandemonio di emozioni che si scatenò tra compagni e tifosi. “Quella vittoria è stata una delle esperienze più incredibili della mia vita”, afferma Pittis, riflettendo sull’importanza di quel traguardo.

Un addio inaspettato

Nonostante il successo della carriera di Pittis, ci sono stati momenti difficili. La cessione a Treviso rappresentò un evento particolarmente doloroso. Pittis fu colpito profondamente da questa notizia, poiché nutriva il desiderio di rimanere all’Olimpia per tutta la vita. “Era un sogno che avevo da bambino”, dichiara, rivelando la sua amarezza per un cambiamento così repentino.

Una nuova avventura

Nonostante il dolore iniziale, la cessione a Treviso si rivelò un’importante opportunità per Pittis. Continuò a collezionare successi e a crescere come giocatore. Oggi riconosce che, sebbene l’addio fosse difficile, gli ha permesso di vivere una seconda parte della sua carriera ricca di esperienze indimenticabili. Guardando indietro, Pittis si considera una bandiera dell’Olimpia, simbolo di una storia che continua a vivere nei cuori dei tifosi.

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