Un omaggio a Giorgio Forattini, il celebre vignettista che ha narrato l'Italia con le sue vignette iconiche e ineguagliabili. Le sue opere hanno saputo catturare l'essenza della società italiana, offrendo uno sguardo critico e ironico sulla politica e la cultura del nostro paese.

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Il 4 novembre, Milano ha ricordato Giorgio Forattini, maestro della satira italiana, che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del giornalismo e dell’arte. Nato a Roma il 14 marzo 1931, Forattini ha dedicato la sua vita a raccontare il Paese attraverso i suoi disegni, diventando una figura temuta e rispettata nella scena politica italiana.
Con una carriera che si è estesa per oltre cinquant’anni, Forattini ha realizzato migliaia di vignette in grado di catturare l’essenza del dibattito pubblico. La sua abilità nel trasformare eventi di rilevanza nazionale in opere grafiche satiriche lo ha reso un punto di riferimento per generazioni di lettori e appassionati di satira.
Gli inizi di una carriera straordinaria
Giorgio Forattini ha iniziato il suo percorso artistico dopo aver conseguito la maturità classica e dopo un’esperienza universitaria nel campo dell’architettura, che abbandonò per intraprendere vari lavori. La sua avventura nel mondo della satira ebbe inizio quando partecipò a un concorso indetto dal quotidiano romano Paese Sera. Qui creò la sua prima striscia, protagonista un rappresentante di commercio di nome Stradivarius, segnando l’inizio di una carriera che lo avrebbe portato a conquistare la prima pagina dei giornali.
Il successo con le vignette di satira politica
In un’occasione, Forattini pubblicò una vignetta diventata iconica: in occasione del referendum sul divorzio, rappresentò il politico Amintore Fanfani come un tappo di spumante che saltava via da una bottiglia con la scritta “NO”. Questo evento segnò il suo ingresso nel mondo della satira politica e, da quel momento, le sue vignette iniziarono a comparire regolarmente in prima pagina. La sua penna pungente e il suo stile inconfondibile gli valsero il soprannome di “Re della satira”.
Un cronista della storia italiana
Nel corso della sua carriera, Forattini ha documentato in modo acuto e ironico eventi cruciali della vita pubblica italiana. Dai momenti drammatici come il terrorismo degli Anni di Piombo fino agli scandali politici, le sue vignette hanno raccontato le evoluzioni e le crisi della società italiana. Celebre è la vignetta in cui ritrasse la Sicilia come un coccodrillo piangente, in seguito all’attentato al magistrato Giovanni Falcone.
Forattini ha saputo utilizzare la satira come un potente strumento di critica sociale, trasformando i politici in caricature incisive e memorabili. Figure come Bettino Craxi, Silvio Berlusconi e Enrico Berlinguer sono state ritratte in modi che ne evidenziavano vizi e virtù, contribuendo a formare l’opinione pubblica. La sua abilità di rappresentare i politici come personaggi grotteschi e a volte ridicoli ha fatto sì che le sue opere fossero spesso oggetto di controversie e cause legali, ma anche di grande ammirazione.
Un’eredità duratura
La scomparsa di Giorgio Forattini segna la fine di un’era. I suoi lavori continueranno a essere un riferimento per chi ama la satira e per coloro che desiderano riflettere sulla politica e sulla società. Le sue vignette non erano solo disegni, ma veri e propri commenti su come evolveva l’Italia. La sua capacità di afferrare la realtà e trasformarla in arte ha reso il suo lavoro unico e insostituibile.
I funerali si sono svolti il 6 novembre nella chiesa di Santa Francesca Romana a Milano, dove amici, familiari e ammiratori hanno reso omaggio a un artista che ha saputo raccontare la storia dell’Italia attraverso il suo umorismo e la sua creatività.
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