Due uomini condannati per sostegno all'Isis e minacce alla politica italiana.

Il caso di Mohamed Nosair
Mohamed Nosair, un egiziano di 49 anni residente a Cologno Monzese, è stato condannato a cinque anni e sei mesi di carcere per terrorismo internazionale. La sentenza, emessa dal Tribunale di Monza, ha evidenziato la gravità delle prove raccolte contro di lui, tra cui materiale propagandistico dell’Isis. Le autorità hanno descritto i contenuti trovati sul suo cellulare come “talmente espliciti” da rivelare un chiaro sostegno a gruppi jihadisti. La condanna è stata emessa in un contesto di crescente preoccupazione per la radicalizzazione e il terrorismo in Europa.
Le prove e le indagini
Le indagini su Nosair e il suo complice Alaa Refaei sono iniziate nel 2021, quando le forze dell’ordine hanno scoperto la loro attività su piattaforme di messaggistica come WhatsApp. I due uomini erano membri di gruppi di matrice jihadista, dove condividevano contenuti violenti e minacce. In particolare, Nosair è stato trovato in possesso di immagini e video di decapitazioni e torture, oltre a messaggi di incitamento alla violenza. La procura ha sottolineato che il loro comportamento non solo rappresentava un rischio per la sicurezza pubblica, ma costituiva anche un attacco diretto ai valori democratici italiani.
Minacce alla politica italiana
Un aspetto inquietante emerso dalle indagini riguarda le minacce rivolte alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Refaei, in risposta a un video che la mostrava con Silvio Berlusconi, aveva commentato in modo provocatorio, rivelando un atteggiamento ostile verso le istituzioni. Questo tipo di retorica, unita al sostegno economico che Nosair ha fornito alle famiglie di jihadisti, ha sollevato allarmi su una possibile rete di sostegno al terrorismo in Italia. Le autorità sono ora impegnate a monitorare e prevenire ulteriori attività di questo tipo, per garantire la sicurezza dei cittadini e la stabilità del paese.