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Proteste di Greenpeace contro Eni al festival ‘La Ripartenza’

Attivisti denunciano le responsabilità climatiche dell'azienda durante un dibattito.

Attivisti Greenpeace protestano contro Eni al festival
Attivisti di Greenpeace in azione contro Eni durante il festival 'La Ripartenza'.

Un blitz pacifico al festival

Durante il festival ‘La Ripartenza’ di Nicola Porro, tenutosi a Milano, un gruppo di attivisti di Greenpeace ha interrotto un dibattito in cui era presente Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni. La protesta, che si è svolta in modo pacifico, ha attirato l’attenzione su quelle che gli attivisti definiscono le “responsabilità climatiche” della compagnia, considerata la più inquinante d’Italia. Con striscioni e t-shirt recanti messaggi come ‘Eni: green solo a parole’, i manifestanti hanno voluto sottolineare l’assenza di azioni concrete da parte dell’azienda nella lotta contro il cambiamento climatico.

Le accuse di greenwashing

Simona Abbate, campaigner Clima di Greenpeace Italia, ha dichiarato: “Non possiamo più aspettare: la crisi climatica, aggravata dalle scelte di Eni, provoca ogni anno vittime e gravissimi danni materiali, mettendo a rischio intere comunità”. Secondo gli attivisti, Eni continua a ingannare l’opinione pubblica con campagne pubblicitarie che parlano di sostenibilità, mentre in realtà l’azienda prevede di aumentare le estrazioni di petrolio e gas del 3-4% all’anno fino al 2027. Questo comportamento è visto come un chiaro esempio di greenwashing, dove le parole non corrispondono ai fatti.

La crisi climatica e le sue conseguenze

Negli ultimi dieci anni, l’Italia ha subito danni economici per oltre 33 miliardi di euro a causa di eventi climatici estremi. Attualmente, 1,3 milioni di italiani vivono in zone a rischio frane e 6,8 milioni sono minacciati da alluvioni sempre più frequenti. Greenpeace ha avviato una causa legale contro Eni, chiedendo che l’azienda riduca le sue emissioni di gas serra in linea con l’Accordo di Parigi. La causa, denominata ‘La Giusta Causa’, è stata portata in tribunale insieme a ReCommon e a 12 cittadini italiani, con l’obiettivo di costringere Eni a prendere sul serio le sue responsabilità ambientali.

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