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Addio a Massimo Oldrini, un simbolo della lotta contro l’Aids in Italia

La scomparsa di Massimo Oldrini segna una grande perdita per la comunità Lila e per la lotta contro l'Hiv.

Massimo Oldrini, attivista contro l'Aids in Italia
Ricordiamo Massimo Oldrini, un faro nella lotta contro l'Aids in Italia.

Un attivista di grande valore

Massimo Oldrini, attivista e presidente della Lila (Lega italiana per la lotta contro l’Aids), è scomparso nella notte del 21 gennaio, lasciando un vuoto incolmabile nella comunità. Nato a Milano, aveva 61 anni e conviveva con l’Hiv dal 1986. La sua storia è un esempio di coraggio e determinazione, iniziando il suo percorso con la Lila nel 1990 come utente e poi come volontario. La sua dedizione alla causa è stata evidente sin dall’inizio, quando ha lottato per l’attuazione della Legge 135/1990, fondamentale per la prevenzione dell’Aids.

Un leader carismatico

Nel 1997, Massimo è diventato presidente della Lila Milano, e dal 2002 ha rappresentato l’organizzazione nella Consulta Aids, assumendo il ruolo di coordinatore nel 2020. La sua leadership ha portato a importanti cambiamenti e ha dato voce a chi vive con l’Hiv, contribuendo a combattere lo stigma e a promuovere i diritti delle persone affette da questa malattia. Nel 2015, la sua elezione a presidente della Lila nazionale ha segnato un ulteriore passo avanti nella lotta contro l’Aids in Italia.

Un’eredità duratura

La Lila ha espresso il suo profondo dolore per la perdita di Massimo, descrivendolo come un amico insostituibile e una figura centrale nelle battaglie storiche per i diritti delle persone con Hiv. Il suo impegno non si è mai fermato, continuando a offrire supporto attraverso servizi come il counseling e il TelePrEP. Gabriele Piazzoni, segretario di Arcigay, ha sottolineato come Massimo sia stato tra i primi in Italia a rendere pubblica la propria condizione di persona con Hiv, aprendo la strada a una maggiore consapevolezza e accettazione.

La sua vita è stata una lezione di umanità e coraggio, un esempio da seguire per tutti coloro che continuano a lottare contro lo stigma e per i diritti delle persone vulnerabili. La sua eredità vivrà attraverso il lavoro di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di combattere al suo fianco.

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