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Aumento del contributo modale nelle scuole: genitori in protesta a Milano

Genitori e studenti si mobilitano contro l'aumento del contributo modale nelle scuole professionali di Milano.

Genitori in protesta a Milano contro aumento contributo modale
Genitori milanesi manifestano contro l'aumento del contributo modale nelle scuole.

Il contributo modale: una tassa volontaria o un obbligo mascherato?

Il contributo modale, definito come una “tassa” volontaria, sta sollevando un acceso dibattito tra genitori e istituzioni scolastiche a Milano. Questo contributo, che si somma alla tassa scolastica, è richiesto a partire dal quarto anno di scuola e ha l’obiettivo di finanziare attività extra e laboratori. Tuttavia, l’aumento di questa quota, comunicato all’improvviso, ha scatenato una serie di proteste da parte delle famiglie, che si sentono messe alle strette.

La comunicazione dell’Istituto Carlo Porta

Recentemente, l’Istituto professionale Carlo Porta di Milano ha informato i genitori di un incremento del contributo modale. Per l’anno scolastico in corso, la richiesta è di ulteriori 110 euro per gli alunni delle classi prime e seconde, e di 140 euro per il triennio di cucina, sala e pasticceria. La comunicazione, inviata il 16 dicembre, ha colto di sorpresa molti genitori, che lamentano la mancanza di trasparenza e di informazioni dettagliate riguardo ai conti della scuola.

Le reazioni dei genitori e degli studenti

In risposta a questa situazione, i genitori hanno organizzato una protesta il 7 gennaio, con l’intenzione di occupare gli spazi comuni dell’istituto. Le preoccupazioni non riguardano solo l’aumento del contributo, ma anche la possibilità che gli studenti che non versano la quota possano essere esclusi da gite e laboratori. Questa situazione ha spinto i genitori a contattare l’ufficio legale del Miur per cercare di tutelare i diritti dei propri figli.

Confronto con altre scuole

Il dibattito si amplifica se si confrontano le nuove tariffe del Carlo Porta con quelle di altri istituti alberghieri milanesi. Ad esempio, l’Istituto Vespucci richiede un contributo di 150 euro per le prime e seconde classi, e di 210 euro per le classi superiori. Questo confronto mette in luce le differenze significative tra le varie scuole, sollevando interrogativi sulla giustificazione di tali aumenti e sulla reale necessità di questi fondi per garantire un’istruzione di qualità.

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