Milano, 2 ottobre 2024 – Una giornata dedicata agli interrogatori di alcuni tifosi coinvolti nell’indagine “Doppia Curva” condotta dalla procura di Milano. I primi quattro indagati – Francesco Lucci, che è il fratello del leader della Curva Sud, Luca detto “Toro”, Andrea Beretta, il capo della Curva Nord, insieme a Riccardo Bonissi e Luciano Romano, entrambi della Curva Sud – hanno scelto di non rispondere alle domande.
Gli interrogatori sono condotti dal giudice per le indagini preliminari, Domenico Santoro, con la presenza del pubblico ministero Paolo Storari. Questa fase di interviste continuerà nel pomeriggio tra le case circondariali di Monza e Pavia. Tuttavia, è probabile che i risultati di questi interrogatori siano simili a quelli precedenti, poiché i detenuti sembrano aver optato per il silenzio.
Questo atteggiamento di non collaborazione è anche dovuto alla necessità di esaminare i vari documenti che compongono un’inchiesta che ha portato a 19 arresti, accusati di avere legami con infiltrazioni criminali nelle curve di San Siro.
Le due tifoserie sono coinvolte in attività illecite legate a biglietti e parcheggi. La Curva Sud pare essere maggiormente incline a episodi di violenza legata a pagamenti, mentre la Curva Nord è sotto accusa per associazione a delinquere, aggravata dall’intenzione di favorire la cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco.
Attualmente, l’unica dichiarazione emersa riguarda Andrea Beretta, già detenuto con l’accusa di aver assassinato Antonio Bellocco, esponente di una potente famiglia di ‘ndrangheta. Le parole sono state riportate dal suo legale, Mirko Perlino, e riguardano le relazioni tra la Curva Nord e l’Inter. Beretta, che in passato è stato considerato una figura influente vicino a “Zio” Vittorio Boiocchi, ex leader della Curva assassinato nell’ottobre 2022, ha affermato: “Il rapporto con la società era chiaro e diretto. Non ci sono mai state pressioni o minacce. Se avevamo bisogno di un numero maggiore di biglietti, ci facevamo avanti; per le trasferte, ci rivolgevi a loro”.