Dopo l’indagine sostanziale che ha smantellato le gerarchie delle curve Nord e Sud, sembra che si stiano preparando a rilanciarsi. Si torna già in campo martedì sera.
È il momento di ricostruire, di ripartire. È la serata in cui vogliono dimostrare a tutti la loro determinazione, mantenendo la promessa che hanno sempre gridato dagli stadi: “Non ci arrendiamo mai”. Martedì è il giorno in cui l’Inter e il Milan tornano in campo dopo l’enorme indagine di polizia di Milano che ha in pratica cancellato le due curve meneghine, portando all’arresto di 19 persone, gli interi consigli direttivi della Sud e della Nord.
Questi consigli, paragonabili a organizzazioni criminali, avevano assorbito tutti gli affari legati al secondo anello verde e blu, dalla rivendita dei biglietti a prezzi exorbitanti ai parcheggi, dai bevande all’interno del Meazza al merchandising con i loghi ultras.
A partire da lunedì, l’identità degli ultras di Milano come la conoscevamo è cambiata. Le prigioni hanno liberato tutti i capi del Nord e del Sud, tra cui Antonio Totò Bellocco, erede di una famiglia di ‘ndrangheta che condivide il suo nome di battesimo, e i suoi due collaboratori Marco Ferdico – l’immagine pubblica degli ultras – e Andrea “Berro” Beret Beretta. Bellocco è stato poi tragicamente assassinato da Beretta dopo mesi di conflitti interni e contrasti, presumibilmente generati dalla ripartizione dei profitti legati allo stadio. L’omicidio, avvenuto il mattino del 4 settembre fuori dalla palestra “Testudo” di Cernusco sul Naviglio, ha avuto come conseguenza una necessità di riorganizzazione per gli ultras nerazzurri. Hanno cambiato il loro stemma, passando da curva Nord Milano 69 a curva nord, e hanno nominato un vecchio noto come capo, Renato “Renatone” Bosetti, ora anche lui dietro le sbarre. Bosetti, già fondatore degli “Old Fans”, era essenzialmente lo stretto collaboratore di “zio” Vittorio Boiocchi, ucciso da killer sconosciuti nell’ottobre del 2022.
L’elite degli ultras interisti è stata pressoché eliminata – le manette sono rimbalzate anche sul padre di Ferdico, su “Maurino” Nepi, il vocalist storico, e su Matteo Norrito, il volto “muscoloso” degli ultras – quindi, cosa accadrà adesso? L’opzione più plausibile è che gli ultras non si arrendano e che questa sera – il ritrovo è alle 21 al Meazza per la partita di Champions League contro la Stella Rossa – il settore Nord sarà presente. Oltre agli arresti di lunedì, decine e decine di Daspo sono stati inflitti alle due curve – “L’obiettivo è interviene radicalmente”, ha dichiarato il questore Bruno Megale -, tuttavia, è probabile che il secondo anello verde non sarà deserto. Alcuni membri “anziani”, come Nino Ciccarelli, rimangono “fuori”. È stato lui, nelle ultime ore, a dichiarare che “non ci arrendiamo, non si arrende nessuno. Vi faremo sapere cosa accadrà ora nella curva, ma non ci arrendiamo. La curva deve continuare”, è stato il loro coro di battaglia. Nelle recenti ore ci sarebbe stata una sorta di incontro tra alcuni membri del Nord in un bar vicino a Sempione per pianificare i prossimi passi. È quindi probabile che la ricostruzione, l’ennesima, possa avvenire intorno alle persone che, se i problemi con la legge lo consentono, hanno frequentato il Nord per molti anni.
In passato, campo di calcio era considerato il regno di Luca Lucci, conosciuto come “toro”. Lucci era un uomo di molti talenti: ultras, trafficante e imprenditore, capace di costruire rapporti sia con la Nord che con le celebrità. Ma adesso Lucci e i suoi più stretti collaboratori, incluso suo fratello Francesco, Ismail Hagag noto come “Alex Cologno”, Luciano Romano, “Shrek” Alessandro Sticco, Fabiano Capuzzo e Christian Rosiello, il bodyguard del noto rapper Fedez, sono dietro le sbarre. Nonostante la Sud appaia ora svuotata, in passato Lucci ha dimostrato la sua capacità di tenere le redini anche da lontano, prevalendo in due battaglie interne con l’amico di lunga data Giancarlo “Sandokan” Lombardi, fondatore dei “Guerrieri ultras”, che una volta gli aveva consegnato la curva e poi più volte aveva tentato di riprendersela mediante imboscate e sparatorie.
Per questa serata, però, anche gli ultras, i “Banditi” della curva dei rossoneri si posizioneranno al loro posto per il match di Champions a Leverkusen. Nei social network circolano già gli inviti per unirsi al corteo pre-partita, come se quasi nulla sia cambiato. Ma, inevitabilmente, mancheranno alcuni personaggi che dal 2009 hanno plasmato la Sud. C’è però qualcuno rimasto fuori. Qualcuno che ha sopravvissuto alle ristrutturazioni, cambiamenti al vertice e all’arrivo del nuovo consiglio, come Giancarlo Capelli, il capo delle “Brigate rossonere”, un fedelissimo di Lucci che al telefono lo esortava e quasi lo incoronava: “Oh Gianca, sei il barone, sei il barone”.
Martedì sera, poco dopo 24 ore dagli arrestati, sia il Sud che il Nord saranno situati nelle proprie posizioni. E inizieremo a capire qualcosa riguardo alle nuove organizzazioni: chi saranno i nuovi leader? Solo nel caso ne siano nominati di nuovi.