×

I residenti prossimi a Torre Milano hanno ottenuto il riconoscimento come parte civile e di conseguenza, hanno la possibilità di richiedere un indennizzo per i danni subiti

Gli abitanti vicino a Torre Milano, situata in via Stresa (zona piazza Carbonari), possono legalmente richiedere un indennizzo per danni all’interno del processo che riguarda otto individui, compresi costruttori, architetti e funzionari del Comune di Milano, accusati di abusi edilizi, falsità e abuso di potere. Questa decisione è stata presa dalla giudice per l’udienza preliminare, Teresa De Pascale, durante l’udienza tenutasi il giovedì mattina, dove ha permesso la partecipazione come parti civili di una donna che risiede vicino alla torre e a due membri del comitato residenti che si opponevano alla costruzione dell’edificio.

Questa è la prima indagine sull’edilizia di Milano a essere presentata al gup. I difensori sono Stefano e Carlo Rusconi, rappresentanti legali della Opm, Gianni Maria Beretta, un architetto dello studio Beretta Associati (responsabile ed esperto del progetto), Giovanni Oggioni e Franco Zinna, ex funzionari del Comune di Milano, e i 3 responsabili dello Sportello unico edilizia del Comune che hanno supervisionato il caso. Questi ultimi affrontano accuse di abuso di potere: un crimine che è stato in realtà abolito a giugno. Non è stata emanata alcuna sentenza di proscioglimento da parte del gup, nonostante la cancellazione del reato nel mese di giugno, a causa di una questione di legittimità costituzionale sollevata da diversi tribunali. L’udienza preliminare riprenderà il 23 gennaio 2025.
Inchiesta sulla Torre Milano: la situazione.

La Torre Milano, un grattacielo di 82 metri di altezza destinato a ospitare circa 302 residenti in una centinaia di residenze, fu costruita utilizzando una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) per una ristrutturazione, anche se, secondo la procura, si sarebbe dovuta seguire un’altra procedura, ovvero la concessione edilizia dopo la demolizione di due strutture di 2 e 3 piani, inclusa la realizzazione di un piano di sviluppo dettagliato per i servizi necessari per i nuovi residenti e il quartiere circostante. Il reclamo riguarda il beneficio economico ingiusto per il privato e il vantaggio patrimoniale non corretto, risultante dalla violazione dei limiti legali su altezza, distanza, e densità delle costruzioni. Il progetto avrebbe alterato negativamente il “paesaggio urbano”, peggiorando l’estetica generale e l’illuminazione solare dell’area senza contare (come sarebbe stato nel caso di un piano di sviluppo) l’incremento degli spazi verdi pubblici e la disponibilità di parcheggi.

Leggi anche