Il 25 settembre 2024, Milano ha ospitato un raduno in opposizione alla recente legge sulla sicurezza passata dal governo alla Camera. Numerosi manifestanti si sono radunati di fronte alla prefettura per partecipare alla protesta organizzata da organizzazioni come Cgil Milano, Anpi Provinciale di Milano, Arci Milano, Pd Milano Metropolitana, Alleanza Verdi Sinistra e Rifondazione comunista. Gli studenti brandivano cartelloni con su scritto “contro la tirannia di un governo che sopprime le libertà” e “non riuscirete mai a silenziarci”.
Il manifesto del Partito Democratico lamentava l’impossibilità di difendere l’ambiente per un’Italia sostenibile. Luca Stanzione, segretario generale di Cgil Milano, ha espresso la sua opposizione alla legge dicendo: “La tattica di sicurezza della destra è un fallimento e il diritto di protestare non può essere soppresso”. Ha aggiunto che la legge mette a rischio anni di prigione per quei lavoratori che perdono il lavoro o che bloccano le strade di fronte alle loro fabbriche e ha tacciato questo scenario come inaccettabile, evidenziando l’insofferenza del governo per il dissenso e il conflitto. Ha chiuso invocando il ritiro della legislatura e l’avvio di un dialogo serio con il governo, a condizione che ascolti i sindacati.
Il presidente provinciale di Anpi, Primo Minelli, ha aggiunto che il decreto legge è pericolosamente vicino all’autoritarismo e Anpi ha l’obbligo di intervenire laddove vengono compromesse le libertà individuali e collettive. Alessandro Capelli, segretario metropolitano del Partito Democratico, ha criticato la legge definendola un provvedimento che confonde la sicurezza con la repressione.
Non ha investito alcun fondo per onorare le garanzie dette durante le elezioni, né ha stanziato alcun mezzo per le forze di polizia nelle metropoli o per gli schemi di integrazione sociale. Al contrario, ha proceduto con la creazione di una legge volta a punire chi critica il governo, portando alla realizzazione di una legislazione potenzialmente oppressiva. La proposta di legge sulla sicurezza ha portato i membri del Partito Democratico al Parlamento Europeo a presentare oggi un’interrogazione nella Commissione Europea, firmata da tutti i componenti della delegazione. Descrivono il provvedimento come una legge potenzialmente liberticida, pericolosa e in alcuni punti in contrasto con la Costituzione. L’interrogazione mette in discussione se le regole proposte violino i diritti di libertà di espressione, riunione e associazione e mettano a rischio il principio della dignità umana, principi contenuti nell’articolo 2 del Trattato dell’Unione Europea. Chiedono anche se i dettagli infrangono gli articoli 11 e 12 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE e le decisioni della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il documento segnala che il 18-09-2024 la Camera dei Deputati ha dato il via libera alla proposta di legge “Regolazioni sulla sicurezza pubblica”, apportando modifiche al codice penale. Tra gli emendamenti, l’incremento delle pene già esistenti, l’aggiunta di nuove penalità e l’istituzione di nuovi reati. Tra questi ultimi, l’introduzione del reato di “resistenza passiva” nelle strutture carcerarie, punita con l’arresto, peggiorando la situazione delle prigioni in Italia.
Per contrastare la “resistenza passiva” all’interno dei centri di detenzione e di accoglienza per gli immigrati, sono state introdotte nuove misure, tra cui l’obbligo per i non cittadini dell’UE di presentare un duplicato del loro permesso di soggiorno per l’acquisto di una scheda SIM mobile. Inoltre, sarà ritenuto reato penale, punibile con l’arresto, l’ostruzione del traffico su strade o ferrovie durante le manifestazioni, trasformando così la precedente sanzione amministrativa. Se l’azione è mirata a ostacolare la costruzione di opere pubbliche o infrastrutture chiave, sarà considerata un’aggravante. Infine, è stata eliminata la sospensione obbligatoria della pena per le madri detenute incinte o con bambini con meno di un anno di vita.