Categorie: Cronaca
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16 Settembre 2024 04:55

Milano, la metropoli delle prospettive? “Tuttavia, dopo esserci immersi nella realtà, molti rimangono delusi e iniziano a cercare altrove”

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Alessandro Rosina, professore di Demografia e Statistica presso l’Università Cattolica di Milano, riconosce ancora un forte interesse per la città da parte di molti, che la vedono come il luogo ideale per la realizzazione dei loro sogni.

Tuttavia, questa ripresa è caratterizzata da ostacoli quali alti costi di vita, una diminuzione demografica e le sfide dell’alloggio per i nuovi studenti universitari che scelgono di studiare qui.

“La ripresa è impegnativa. Da una parte, stiamo assistendo ad un trend demografico che riduce il numero di giovani, a causa di un basso tasso di natalità condiviso con il resto dell’Italia, e che è comune anche ad altre realtà europee, anche se noi ne risentiamo più pesantemente.

D’altra parte, Milano cerca di equilibrare questo svantaggio con la sua capacità di attrarre giovani sia a livello nazionale sia internazionale. Dopo la contrazione causata dalla pandemia, il flusso di lavoratori con formazione terziaria è di nuovo elevato: siamo passati da poco più di 10 mila arrivi all’anno nel 2014 a oltre 15 mila. La città continua a essere attraente anche per i giovani studenti. Il numero di studenti fuori sede nelle università milanesi è il più alto in Italia.

In termini percentuali, rappresenta circa il 70% del totale degli studenti, un numero superato solo da Bologna”.

Tuttavia, ci sono delle difficoltà. “Il problema è che quando si arriva a Milano per studio o per lavoro, la realtà si fa sentire, si devono affrontare i lati negativi, come l’alto costo degli affitti e il costo della vita. Non solo è difficile trovare alloggio, ma anche la realizzazione dei propri obiettivi professionali e progetti di vita può risultare ridimensionata”.

Essere disposti a fare sacrifici sembra essere un aspetto poco gradevole per le nuove generazioni.

La mobilità sta crescendo, con molti giovani che dopo un anno si sentono insoddisfatti dell’esperienza e optano per luoghi più accoglienti come Parigi, Barcellona o Berlino. Alcuni che scelgono di rimanere, cercano un alloggio anche a distanze ampie come Novara o Torino. Questo richiede un cambio di direzione urgente.

Ci dovrebbe essere un intervento tempestivo sul problema dell’alloggio, poiché la situazione è drammaticamente peggiorata.

Dobbiamo anche considerare un altro fattore. Milano è un’attrazione turistica e la sede di importanti eventi. Negli ultimi anni, si è verificato un considerevole aumento del turismo che è certamente una cosa buona. Tuttavia, non siamo stati in grado di aumentare la nostra accoglienza e gestire i cambiamenti complessi che si sono verificati.

Anche Milano soffre di un eccesso di turismo. Nonostante ciò, dovrebbe essere possibile soddisfare sia i turisti che coloro che vengono per studiare o lavorare.

Sembra che ci sia stata una certa incapacità a indirizzare questo processo. È comprensibile che il mercato si inclini verso gli affitti di breve durata, che sono più convenienti. Il Comune da solo non può risolvere il problema. È necessario trovare un equilibrio tra il pubblico e il privato.

Milano fa delle promesse che non riesce a mantenere. Deve aumentare i propri standard. È un peccato dare un’esperienza negativa che può essere alla fine repellente.

Gli uomini più giovani possono optare per fare il grande salto e scegliere altre città. Chi ha 30 anni è abituato a viaggiare nell’Europa e quando prende una decisione, ha già una buona idea di come sono Parigi o Berlino, avendo già solidi punti di riferimento. Sarebbe un doppio colpo per noi, visto che li abbiamo educati.

“I servizi massimi devono stare al passo con la complessità della vita quotidiana di famiglie, studenti e lavoratori.

A Milano, per esempio, non percepisco un miglioramento nei servizi pubblici, piuttosto vedo indizi di peggioramento”.
Quale è la sfida di Milano?
“Riconfigurare in modo ottimale la sua posizione sul palcoscenico internazionale, come ha fatto nel periodo post Expo. È necessario un nuovo slancio, supportato da adeguate strategie abitative e sociali”.