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Docente licenziato dal Politecnico: rimosso dall’incarico per post giudicati anti-Ucraina

Massimo Zucchetti, docente del Politecnico, è stato licenziato dopo i post anti-Ucraina condivisi sui social

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Il Senato accademico del Politecnico, dopo i post sui social del docente, Massimo Zucchetti, riguardanti la situazione del conflitto in Ucraina, ha deciso di rimuoverlo da qualsiasi incarico: licenziato e bandita la sua presenza nell’Università.

La posizione del Politecnico sul docente

L’istituzione interna al Politecnico ha chiesto di avviare le opportune istruttorie per gli eventuali procedimenti disciplinari e ha giudicato le affermazioni:

Lesive dei valori che animano la comunità politecnica”.

Tuttavia, la polemica non si arresta: il docente, dopo essersi scusato, ha sostenuto di essere finito nel mirino del rettore per le sue posizione a difesa del popolo palestinese e che questa sarebbe una ritorsione nei suoi confronti.

La protesta con i collettivi Pro Palestina

Si ricorda, infatti, che il docente era già finito sotto i riflettori dopo essersi incatenato ai cancelli del Politecnico, in segno di solidarietà con i collettivi Pro Palestina.

Rifondazione Comunista difende il docente del Politecnico licenziato

Le vicende attorno al caso di Massimo Zucchetti sollevano importanti questioni riguardanti la libertà di espressione e la responsabilità accademica, nell’era delle piattaforme digitali e delle posizioni politiche pubbliche.

Se, da un lato, le sue opinioni espresse sui social media hanno generato reazioni intense e contrastanti, dall’altro non manca chi si schiera in sua difesa:

Il partito Rifondazione Comunista in un comunicato scrive che il docente ha solidarizzato nei giorni scorsi con gli studenti e le studentesse che si mobilitano a sostegno del popolo palestinese incatenandosi all’ingresso del Politecnico, dunque, un’azione di solidarietà non violenta, contro un massacro che dura da mesi.

Questo momento ha segnato il punto di non ritorno per lui:

“Da quel momento ogni sua frase viene volutamente fraintesa ed interpretata in senso negativo, attaccando così la figura di un intellettuale che si è da sempre impegnato nella difesa dei deboli e degli sfruttati”.

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