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Blocco del traffico a Milano: una domenica a piedi e strade più sicure

Nonostante il blocco del traffico a Milano in atto, le associazioni a sostegno della mobilità sostenibile lunedì 17 aprile hanno manifestato davanti Palazzo Marino contro l'inquinamento e per la sicurezza stradale.

Traffic, Milan, Italy

Lunedì 17 aprile le associazioni a sostegno della mobilità sostenibile hanno manifestato contro l’inquinamento e per la sicurezza stradale davanti a Palazzo Marino.

Blocco del traffico a Milano: l’inquinamento

Alla manifestazione hanno partecipato circa 600 persone, alcuni hanno portato le testimonianze di cittadini e cittadine, che tutti i giorni utilizzano la bicicletta per spostarsi in città. Un medico ha letto la lettera firmata da 14 mila pediatri e neonatologi inviata a tutti i sindaci per chiedere di agire subito contro l’inquinamento.

Gloria Pellone, attivista di “Cittadini per l’Aria”, ha illustrato i dati molto preoccupanti sull’inquinamento a Milano.
É emerso che il traffico automobilistico è, fra tutte le altre, la principale fonte di inquinamento a Milano.
La soglia limite di polveri sottili è di 50 microgrammi per metro cubo e nel capoluogo lombardo si è arrivati addirittura a superare gli 85.

Sicurezza stradale

Oltre all’inquinamento è stata discussa anche la sicurezza stradale della città. L’ampia quantità di macchine in circolazione nella hinterland milanese comporta la sottrazione di spazio per i mezzi pubblici e per chi si muove a piedi o in bici. Inoltre il traffico automobilistico influisce anche sulla quantità di incidenti stradali, infatti è emerso che in tre mesi dall’inizio dell’anno sono già 6 le persone vittime di incidenti stradali. Secondo le associazioni le strade di Milano sono sicure solo per chi circola con un’automobile.

Queste le parole di Silvia Di Stefano durante il suo intervento di apertura: “In città ci sono troppe auto, troppo veloci e troppo pesanti; in corsa o parcheggiate sottraggono spazio al trasporto pubblico, a chi si muove a piedi e in bicicletta e alla nostra vita. Un’emergenza che dura da decine di anni e a maggior ragione pensiamo sia urgente e necessario agire ora. Era meglio farlo prima, ovviamente, ma adesso che tante altre città in Italia e in Europa l’hanno già fatto, anche i risultati – e non più solo le teoria – ci dicono che la strada è quella giusta”.

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