I ponti meneghini vengono utilizzati come trampolini per tuffarsi in acqua. Prosegue l'emergenza siccità: la Darsena perde 250 litri al secondo
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Durante lo scorso weekend un ragazzo in mutande ha deciso di tuffarsi nel naviglio dal ponte-trampolino tra l’alzaia Pavese e via Ascanio Sforza. L’impresa, documentata con un video pubblicato su Instagram, ha riscosso numerose visualizzazioni e pochi consensi.
Il regolamento del Comune di Milano e di Regione Lombardia vieta l’immersione nella Darsena e in tutti i canali artificiali. La balneazione e le attività subacquee sono vietate in ragione dei rischi connessi alla fruizione collettiva e alla pericolosità delle idrovie. I trasgressori rischiano una multa di 1.032 euro.
Nella giornata di lunedì 20 giugno un ragazzo milanese, dopo essere giunto nell’area portuale della Darsena in costume, si è tuffato dentro, facendo così il secondo bagno della stagione.
Questi gesti, probabilmente dettati dal caldo afoso e dalla voglia di mettersi in mostra potrebbero provocare episodi di emulazione. Inoltre, c’è anche chi, nel naviglio, si è buttato vestito insieme ad un collega. E ovviamente, non è mancato il video intitolato “Navigli uguale Maldive”.
Necessario creare una campagna di comunicazione sul divieto di balneazione, soprattutto per mettere in guardia dai pericoli. Alessandro Folli, presidente del Consorzio Est Ticino Villoresi, l’ente preposto alla gestione idraulica della Darsena e dei Navigli, sottolinea: “Il problema non è la qualità dell’acqua, ma la presenza di correnti forti insieme alle sponde difficili da risalire. La priorità è l’emergenza siccità, con gli interventi alla Darsena per convogliarne l’acqua verso i campi agricoli a sud della città: il bacino sta perdendo 250 litri al secondo, il livello si è abbassato progressivamente di diversi centimetri”.
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