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A Milano dall’inizio dell’anno sono state occupate 25 scuole: le proteste degli studenti

L'ultima occupazione interessa l'istituto Moreschi: prima volta in 20 anni

Scuola, dall'inizio dell'anno Milano conta 25 occupazioni: le proteste degli studenti

Gli studenti chiedono un cambiamento, una scuola diversa. È per questo motivo che dall’inizio dell’anno il capoluogo lombardo conta ben venticinque occupazioni di scuole superiori: l’ultima, nella giornata di lunedì 4 aprile, al Moreschi.

Scuole occupate: la voglia di cambiamento degli studenti

Il docente di Sociologia Urbana alla Bicocca, Giampaolo Nuvolati, chiarisce che la pandemia di Covid-19 ha pregiudicato l’ordine precedente: “Gli studenti sono tornati in classe con la voglia di cambiare la scuola e con l’energia per farlo, ma si sono trovati ad avere a che fare con un ambiente più regolamentato e burocraticizzato di prima“. I ragazzi non si rassegnano e la loro “delusione delle speranze”conduce a una rivolta.

Scuole occupate: le assemblee includo temi d’attualità

Secondo la preside del liceo scientifico Vittorio Veneto, Patrizia Cocchi, gli alunni si sono sentiti traditi dalle regole imposte per garantire la salute e il diritto allo studio. E sottolinea: “La dimensione di isolamento e le relazioni sociali rarefatte sono state la molla: l’occupazione era l’unico modo per rompere le regole“. Le assemblee organizzate nelle scuole occupate interessano temi d’attualità, che vengono trascurati in aula, ad esempio l’emergenza climatica, la guerra, il fine vita. Il docente di storia e filosofia al liceo Cremona, Dino Barra, afferma che gli studenti si sono serviti delle proteste per riprendersi le proprie vite, trasmettendo ai docenti la loro necessità di essere soggetti attivi della loro educazione.

Scuole occupate: le richieste

L’occupazione della succursale del liceo artistico di Brera è stata la più agitata, dato che gli studenti erano ‘costretti’ solo tra cortile, palestra e parte del corridoio; mentre, al liceo classico Beccaria l’occupazione è stata più soft, ricordando praticamente un’autogestione. Il 4 aprile gli studenti del Moreschi, oltre ad aderire al movimento nazionale, hanno protestato “per chiedere dialogo con la presidenza, la possibilità di usare i laboratori e interventi di edilizia e manutenzione nella loro scuola. Tra le istanze condivise da tutti spiccano la riforma dell’ex alternanza scuola-lavoro e un’attenzione maggiore per il benessere psicologico.

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