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Ospedale San Carlo di Milano, il sindacato denuncia: “Gravi carenze”

Il sindacato Cgil Fp del personale interno all'Ospedale San Carlo di Milano, denuncia gravi carenze di misure anti contagio.

ospedale san carlo milano
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All’Ospedale San Carlo di Milano, uno degli ospedali maggiormente colpiti in Lombardia dalla seconda ondata di contagio da Coronavirus, il sindacato interno Cgil Fp denuncia gravi carenze e una mancanza di organizzazione, che metterebbe ad alto rischio di contagio sia il personale interno che i pazienti ricoverati. Sotto accusa i percorsi dei pazienti covid poco separati da quelli non covid, mancanza di personale sanitario e una mancata vigilanza, a scopo di prevenzione, del personale sanitario.

Gravi carenze all’ospedale San Carlo

Sono gravi le accuse sollevate dal sindacato interno all’ospedale di San Carlo di Milano. Secondo Cgil Fp infatti i percorsi che dovrebbero seguire i pazienti covid non sarebbero sufficientemente separati dai pazienti non covid. Per prevenire i contagi infatti i pazienti covid dovrebbero effettuare percorsi completamente diversi, e non entrare in contatto con le aree dedicare ai pazienti con altre patologie. Tuttavia, essendo l’Ospedale San Carlo interessato da alcuni lavori strutturali, l‘unico ingresso disponibile è quello del Pronto Soccorso, e quindi entrambe le tipologie di pazienti passano esattamente dalla stessa area, creando gravi carenze sul piano della prevenzione e un conseguente rischio di contagio. L’unica soluzione applicata dall’Asst Santi Paolo e Carlo, che gestisce l’ospedale, sarebbe stata quella di indicare sul pavimento il percorso da effettuare, creando due percorsi paralleli. Una soluzione del tutto inefficace per il personale sanitario rappresentato dal sindacato. Carenze che si verificano anche sulla mancata organizzazione di tamponi periodici al personale sanitario, con il conseguente rischio di un contagio interno al personale sanitario, dato già riscontrato nel mese di ottobre, che ha visto 80 contagiati. Il Cigl Fp ha quindi chiesto un “intervento che andasse nella direzione di attivare una campagna di tamponi per tutti, in base al grado di esposizione degli operatori” al fine di avviare “una seria vigilanza che riducesse i rischi legati alla propagazione del contagio legato alle ipotetiche positività asintomatiche”.

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