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Crisi nei pronto soccorso di Milano: lunghe attese per i ricoveri

Attese anche di tre giorni e sovraffollamento: la crisi del pronto soccorso in tutti gli ospedali di Milano.

pronto soccorso covid
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I reparti d’emergenza dei pronto soccorso di Milano sono in crisi a causa del Covid: l’aumento dei pazienti che chiedono ricovero ha creato attese lunghissime e una giornata di intenso lavoro per gli addetti ai soccorsi. I numeri sono stati altissimi in tutti gli ospedali di Milano: 55 pazienti nel Policlinico, 33 al Niguarda, 66 al San Paolo e 57 sia al San Carlo sia al Sacco. Il sovraffollamento ha così allungato i tempi di ricovero, che sfiorano le 70 ore per i malati positivi al Coronavirus.

Sovraffollamento per Covid: la crisi del pronto soccorso

L’emergenza causata dal Covid si fa sentire nei pronto soccorso di Milano, con giornate estenuanti di lavoro e attese per i ricoveri che possono durare anche 3 giorni. I casi di positivi al virus in tutta la regione Lombardia hanno superato i 5000 in una giornata, e gli ospedali di Milano sono in crisi, nonostante alcuni pazienti siano stati inviati nelle province. Nel Milanese i contagi sono stati 1.940 nella giornata del 27 ottobre, e tra gli operatori sanitari inizia a sentirsi la fatica dei doppi turni estenuanti tra pazienti positivi al Coronvirus.

Nella notte tra lunedì e martedì infatti sono arrivati al San Carlo 45 pazienti, così come al San Paolo, dove ne sono arrivati più di 30“, spiega il direttore generale del San Paolo e San Carlo, Matteo Stocco. La giornata del 27 ottobre ha visto “un totale di 312 pazienti Covid accertati tra terapia intensiva, reparti e pronto soccorso, e altri 416 pazienti no-Covid“. La situazione di estrema difficoltà si riflette anche in una comunicazione inviata dal pronto soccorso del San Carlo, in cui si ipotizzava di dichiararne la “non ricettività” per 24 ore. “Il pronto soccorso non può chiudere“, ha spiegato Matteo Stocco: “la nota riguarda il congestionamento temporaneo e quindi la possibilità di evitare per qualche ora gli accessi, cosa che però, date le attuali necessità non è potuta avvenire“.

Il primario del Sacco sulla crisi degli ospedali

A lanciare un allarme sulla crisi degli ospedali è anche Maurizio Viecca, primario di cardiologia all’ospedale Sacco. “Avanti così, si rischia di morire in ambulanza o in casa, come accadeva in primavera“, avverte il primario in un’intervista all’agenzia Agi. I numeri riscontrati negli ultimi giorni mettono in allerta su una situazione a Milano più grave rispetto a marzo. “La crisi degli ospedali non dipende tanto dai posti liberi o meno, ma dalla mancanza di personale. Tanti operatori sanitari si sono ammalati, in percentuali che in primavera non si era riscontrate perché a Milano il virus circolava meno“.

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