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Manifestazione a Milano: i ristoratori contro il nuovo Dpcm

Scendono in piazza i ristoratori per protestare contro la chiusura alle 18:00 che mette in ginocchio il loro settore.

Milano, protesta dei ristoratori
Milano, protesta dei ristoratori

La mattina di mercoledì 28 ottobre alle 11:30 i ristoratori sono scesi in piazza Duomo a Milano per protestare contro le chiusure del nuovo Dpcm. La manifestazione, indetta da Fipe Confcommercio a livello nazionale, si è svolta in altre città italiane, come Firenze, Bergamo, Roma e Verona. Ciò che chiedono i gestori di ristoranti, pub e locali pubblici che sono scesi in piazza a protestare è un intervento che possa salvaguardare in modo concreto un settore messo in ginocchio dalla crisi da Coronavirus.

La manifestazione dei ristoratori a Milano

La manifestazione tenutasi la mattina del 28 ottobre a Milano ha visto i ristoratori protestare contro le nuove misure per fronteggiare l’emergenza Coronavirus annunciante da Giuseppe Conte il 25 ottobre. Il settore della ristorazione e dei locali pubblici, già messo in crisi con l’istituzione del coprifuoco nella Regione Lombardia, è stato infatti del tutto stroncato a causa della decisione di chiudere tutti gli esercizi pubblici alle ore 18:00. “Il piatto piange e la musica è finita. Gli ultimi provvedimenti presi dal Governo e alcune Regioni per il contenimento della seconda ondata di Covid-19 stanno mettendo definitivamente in ginocchio i pubblici esercizi“, afferma infatti Fipe Confommercio (Federazione italiana pubblici esercizi).

Coniugare sicurezza e lavoro è possibile e deve essere l’obiettivo principale del governo e della politica tutta“, spiega Fipe. Gli imprenditori hanno investito molto sulla sanificazione dei loro locali: “Sono stati fatti sacrifici importanti, con senso di responsabilità e attenzione al bene comune“. Ciò che il settore della ristorazione chiede al Governo e agli esponenti politici è quindi “un aiuto per non morire” e per garantire la sopravvivenza di “un tessuto di 340mila imprese che, prima del Covid19, nel nostro Paese generava un fatturato di oltre 90 miliardi di euro ogni anno“.

Delle tovaglie bianche sono stese sulla piazza, apparecchiate per una cena che non potrà avvenire. “Noi non siamo il problema, possiamo e vogliamo essere parte della soluzione“, affermano i ristoratori, rivolgendo un pensiero ai colleghi che hanno chiuso definitivamente o che si sono tolti addirittura la vita. Il Presidente Fipe Lino Stoppani sottolinea come i protocolli sanitari rigorosi sono stati rispettati dai proprietari di locali e ristoranti. Con la chiusura alle 18:00, imposta dal nuovo Dpcm, “si penalizza sempre il solito settore“.

Stiamo dando tutti i supporti possibili alla categoria“, afferma Gianmarco Senna, consigliere della Regione Lombardia. In una regione come la Lombardia, con 56 miliardi di residuo fiscale, “tutti quelli che producono reddito e hanno tenuto in piedi questo paese meritano di essere ascoltati e supportati“. Il consigliere regionale conclude con l’augurio di riuscire a riaprire il prima possibileperché questa situazione per questo settore e per altri settori legati ai servizi è insostenibile“.

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