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Coronavirus, torna l’emergenza negli ospedali: la situazione

Dalle file interminabili ai covid drive throught ai nuovi ricoveri in ospedale: l'emergenza sanitaria travolge i pronto soccorso della metropoli.

Coronavirus, torna l'emergenza negli ospedali: dai tamponi drive through al pronto soccorso
Dalle file interminabili ai covid drive throught ai nuovi ricoveri in ospedale: l'emergenza sanitaria travolge i pronto soccorso della città di Milano.

Il totale dei contagi da coronavirus a Milano sale sopra la soglia dei 43mila, i pazienti aumentano e negli ospedali si contano sempre più ricoveri con soggetti sempre più gravi. I problemi però non sembrano finire qui, già perché dopo la denuncia dell’Ats di Milano per quanto riguarda l’impossibilità di tracciare tutte le positività per poi riportarle nel circuito del contact tracing anche nei drive throught e negli ospedali le difficoltà si fanno sentire. Lunghe code, una prenotazione oraria proforma e il pericolo di entrare in contatto con i positivi al virus. Come ha sottolineato Vittorio De Micheli, direttore dell’agenzia di tutela della salute di Milano, infatti non solo “l’eccessiva fiducia nel tampone provoca dei paradossi ma incredibilmente le persone si contaminano facendo la coda per avere il tampone”.

Dalla Regione Lombardia intanto arriva la comunicazione dell’assessore al Welfare Giulio Gallera, secondo cui sarà possibile per tutti i cittadini consultare da casa l’esito del proprio test senza aspettare la telefonata del proprio medico o la comunicazione delle autorità sanitarie territoriali. Per accedere al servizio il cittadino, in fase di prenotazione o di esecuzione del tampone, si comunica di aderire alla modalità online di ritiro degli esiti.

Coronavirus: pronto soccorso in emergenza

Per quanto riguarda i ricoveri la situazione a Milano è cambiata in tre giorni. Il problema principale in questo momento non sarebbero i posti in terapia intensiva ma la continua domanda di pazienti presso gli ospedali. Il quadro sembra peggiorare di ora in ora, una realtà in rapido cambiamento, soprattutto per quanto riguarda la quantità di pazienti che arrivano nei pronto soccorso della metropoli. L’epidemia è partita da una popolazione giovanile e con l’80% di contagi in ambito familiare quello che sta cambiando è che l’età media dei pazienti sta decisamente salendo così come conseguentemente sta crescendo anche il grado di compromissione che la malattia comporta.

La situazione all’ospedale Niguarda

L’emergenza però si vive anche in corsia. Al Niguarda la segreteria Fials ha inoltrato alla direzione dell’ospedale milanese una nota ricevuta dai lavoratori del padiglione Rossini, il reparto per la Rianimazione Covid, evidenziando “le gravi condizioni che mettono in serio pericolo la salute dei pazienti e dei professionisti sanitari” e chiedendo “un intervento con urgenza al fine di evitare che, oltre ai danni provocati dalla pandemia, questi professionisti possano essere soggetti a ulteriori danni da parte del proprio datore di lavoro”. Il sindacato aggiunge di attendere “un immediato intervento sui fattori che incidono sulla salute e sicurezza sul lavoro, nonché sugli aspetti organizzativi” -come assunzione di personale infermieristico e oss da destinare al Rossini- “che sicuramente possono alleggerire il carico disumano di lavoro che stanno sopportando i professionisti del Niguarda”.

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