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Basta smart working per il comune di Milano: la critica dei sindacati

I sindacati criticano la decisione di interrompere le attività di smart working per i dipendenti del comune di Milano.

Smart working comune Milano
Smart working comune Milano

Niente più smart working per i dipendenti del comune di Milano. Questo è quanto annunciato dal direttore generale Christian Malangone nelle nuove disposizioni sul lavoro da remoto inviate a tutti i responsabili. In particolare, è stato fissato un limite di 6 giorni al mese per il lavoro in smart working. Queste sei giornate di lavoro saranno utilizzabili “sia con cadenza settimanale sia consecutivamente, previo accordo con i direttori di riferimento“. La limitazione, chiaramente, non vale per “chi ha disabilità, particolari fragilità, è in quarantena o ha figli fino ai 14 anni in quarantena“.

Basta smart working per il comune di Milano

La rappresentanza sindacale ha criticato la decisione limitare lo smart working a 6 giorni al mese per i dipendenti del comune di Milano. Se Beppe Sala ha più volte affermato la necessità di tornare in ufficio, i sindacati non si trovano d’accordo. Stafano Mansi, rappresentante della Sicurezza della Rsu, ha definito la determina del Comune come “improvvida, soprattutto perchè non è possibile mantenere la distanza di sicurezza in molti uffici“. In particolare, si teme che un rientro massiccio dei dipendenti sulle scrivanie possa aumentare i rischi di contagio.

I sindacati hanno in particolar modo criticato la scelta di interrompere lo smart working per un ambiente di lavoro così grande. “Una determina così generale per 14 mila dipendenti non ha senso. Siamo l’unica azienda medio grande della città che fa rientrare i dipendenti“, ha concluso Sefano Mansi, “le altre sono tutte in smart working“.

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