×

Pasquale Pometto chiude Pizza Fest: “Grazie al Tribunale, o vado a rubare o mi suicido”

Il re della pizza di Milano chiude il locale "Pizza Fest" dopo la sentenza del Tribunale che lo obbliga a pagare l'affitto nonostante il lockdown.

Un nuovo inizio, un passo alla volta. La Milano della fase due si ripeteva questo mantra, nella speranza di rimettersi economicamente in carreggiata dopo l’emergenza coronavirus. Una falsa promessa, fatta di ostacoli insormontabili per molte imprese. Nella fase tre, al primo posto, nella triste classifica di chi “non ce l’ha ancora fatta” troviamo molti ristoratori meneghini.

Senza alcun dubbio, lo smart working e l’assenza di turisti hanno distrutto le aspettative sulla ripartenza delle attività commerciali. Nel food, il delivery non ha sopperito alla mancanza di clienti prefigurando così il futuro di un comparto che in tutta Italia è ancora in ginocchio.

Pasquale Pometto chiude Pizza Fest

Di storie personali tra quelle degli imprenditori del food ce ne sono tante: c’è chi non ha voluto riaprire temendo l’imminente fallimento, c’è chi ha riaperto e non ce l’ha fatta e poi c’è anche chi ha dovuto chiudere la propria attività ancor prima di poter pensare di tornare a lavorare. È il caso di Pasquale Pometto, per molti il “re della pizza di Milano”, condannato con una sentenza del tribunale milanese a chiudere il suo nuovo ristorante all’ombra della madonnina. Obbligato a fallire senza neanche poterci provare.

“Ho dei dipendenti da mantenere, un affitto da 12mila euro da pagare, la fideiussione e un ristorante completamente chiuso. O vado a fare una rapina oppure mi suicido e faccio prima, io soldi falsi non ne stampo” inizia così il racconto di Pometto, travolto dall’amara decisione del Palazzo di Giustizia di Milano.

Il verdetto nei confronti del ristoratore originario della Calabria, giunge a poche ore di distanza dalle parole spese da Laura Castelli, sottosegretario di stato al Ministero dell’economia e delle Finanze, che sul caso dell’emergenza economica nella ristorazione aveva dichiarato “Mancano clienti? I ristoratori cambino mestiere e cerchino nuovi business”.

Pasquale storce il naso verso questa provocazione rispondendo che cambierebbe anche lavoro “Ma i debiti e la situazione attuale non glielo permettono”. È dispiaciuto quando ci confessa che “altri tribunali, come quello di Venezia, hanno preso provvedimenti a favore degli imprenditori”. Quella del capoluogo veneto è stata infatti una decisione storica: in quel caso il ristoratore ha goduto di benefici che gli hanno concesso di portare avanti la sua attività.

LEGGI ANCHE:

Leggi anche

Contentsads.com