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LuMe: “Imbrattare la statua di Montanelli è una provocazione politica”

Il centro sociale LuMe parla del gesto contro la statua di Montanelli:" Non siamo né vandali né iconoclasti: è stata una rivendicazione politica"

LuMe statua Montanelli

Tobia, portavoce del Centro Sociale LuMe, ha rilasciato un’intervista a La Stampa, rivendicando il gesto contro la statua di Indro Montanelli, che negli ultimi giorni ha catalizzato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica.

Non si tratta di vandalismo, ma di una provocazione politica per concentrare il dibattito pubblico sui temi del razzismo e della tuttora imperante mentalità del Novecento.

Montanelli, l’azione di LuMe contro la statua

La polemica è esplosa in concomitanza con le manifestazioni contro il razzismo che in questi giorni stanno mettendo a ferro e fuoco molte città degli Stati Uniti d’America. A Milano, tra le altre rimostranze nei confronti di una mentalità razzista ancora forte, in molti se la sono presa con la statua di Indro Montanelli, pilastro del giornalismo italiano ma anche fascista dichiarato.

La polemica contro Montanelli si basa sul fatto che in gioventù, partito volontario per la campagna di Eritrea, abbia sposato e violentato una bambina del posto di 12 anni, dopo averla comprata come schiava. Il fatto che poi sia diventato un simbolo del giornalismo italiano, riconosciuto a livello internazionale, non giustifica il fatto che i giardini centrali di Milano siano dedicati ad un uomo che si è macchiato di tale crimine.

I ragazzi di LuMe, da sempre impegnati nel sociale e nella politica, costantemente protagonisti nella scena milanese per azioni volte alla parificazione dei diritti tra tutti i cittadini, hanno deciso di riportare nel dibattito pubblico una tra le tante contraddizioni dell’eredità del Novecento.

Non sono iconoclasti, non sono fanatici o talebani, per loro la statua potrebbe anche rimanere lì dov’è. La vernice usata per imbrattare la statua, lavabile oltretutto, non è stata un atto vandalico, ma una rivendicazione politica.

Purtroppo in un mondo dove ancora le ingiustizie razziali o di genere sono all’ordine del giorno, i giovani sentono il bisogno di far sentire la propria voce, e la politica è fatta anche di azioni provocatorie e gesti forti.

Il loro obiettivo non è la rimozione della statua, ma risvegliare una coscienza politica e sociale, cercando di concentrare il dibattito pubblico sulle contraddizioni e sull’importanza dei simboli.

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