Dopo le azioni militari della Turchia in Siria e il ricatto di Erdogan all'Ue, Milano manifesta unita e solidale con il popolo curdo.
“Fermatevi. Milano al fianco del popolo curdo” è questo lo slogan che anima la solidarietà meneghina verso la situazione in cui versano i curdi della Siria del Nord: in via Antonio Canova 36, proprio davanti al consolato turco, alcune sigle sindacali e politiche prendono parte a un sit-in di protesta contro l’attacco militare di Erdogan sferrato al confine con Manbij. “La Turchia ha invaso il nordest della Siria. Mentre il presidente Trump volta le spalle al popolo curdo, che in questi anni è diventato simbolo mondiale di resistenza e sconfitto l’Isis in un Paese martoriato dalla guerra sacrificando tantissime vite, Erdogan invade Rojava, la regione curda siriana” recita il comunicato che annuncia la manifestazione. Tra gli altri oltre a Cgil, Cisl e Uil sono presenti anche i comitati di Azione Civile, Partito Democratico, +Europa, Sinistra Italiana e i Verdi.
Manifestazione pro curdi, il commento delle istituzioni
Impegnato nel summit danese con altri sindaci, il primo cittadino di Milano ha risposto sulla questione turca postando una foto con il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, avversario politico ai tempi delle amministrative del candidato appoggiato da Erdogan. Beppe Sala ha commentato didascalicamente “Nella foto con me c’è il Sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu. È una speranza per la democrazia turca ed è appena stato eletto, sconfiggendo il candidato di Erdogan. Milano e Istanbul stanno lavorando insieme, mi auguro che l’Italia sia parte attiva per una pronta soluzione di questa rischiosissima crisi”.
Sul tema è intervenuta anche Lia Quartapelle del Partito Democratico, che ha dichiarato “L’Italia deve essere attiva, proponendo soluzioni agli alleati e adottando decisioni immediate che influenzino anche gli Stati più riottosi. Alcune di queste azioni possono essere fatte da subito, altre per essere efficaci hanno bisogno di essere prese insieme ai partner europei o NATO” -la deputata milanese ha poi aggiunto- “La prima azione da fare è interrompere la fornitura di armi alla Turchia. Questo può accadere in due modi: o con una decisione immediata del ministro degli Esteri oppure con un voto del Parlamento che avverrà martedi. Il PD al momento del voto chiederà lo stop. Le altre forze di maggioranza a partire dal M5S cosa pensano?”.