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Scandalo derivati, sequestrati 400 milioni: 14 indagati per truffa al Comune di Milano

Lo scandalo dei derivati che ha gettato nel panico il Comune di Milano qualche mese fa continua: sono stati sequestrati dietro disposizione del gip di Milano a quattro istituti di credito e a due persone (indagate nell'inchiesta sulla truffa perpetrata al comune) ben 400 milioni di euro. Le banche sotto accusa sono Ubs, Deutsche Bank, JP Morgan e Depfa Bank.

Come spiega il Corriere nel dettaglio sono stati sequestrati fino a un tetto di 92 milioni di euro per Jp Morgan e Depfa Bank, di 84 per Deutsche Bank, di 75 per Ubs.

Questo sequestro preventivo poggia su una novità che se approvata anche dal Tribunale del Riesa­me potrebbe essere replicata in tutta Italia. Le banche avrebbero raggirato una prima volta il Comu­ne quando

"nella veste di consulenti, avrebbero violato la legge 448 del 2001 che subordina queste operazio­ni alla riduzione del valore fi­nanziario delle passività totali a carico dell’ente: al contrario, le banche avrebbero rinegozia­to il debito tacendo l'esistenza di un derivato stipulato dal Comune nel 2002 con Unicredi­to, che non poteva essere igno­rato perché onerosamente col­legato a mutui rinegoziati"

Le banche avrebbero praticato anche un secondo raggiro come specifica nel dettaglio il Corriere

"nella struttura scelta per ammortare il debito del Co­mune sia nel 2005 (giunta Al­bertini) sia nel contratto dell'ot­tobre 2007 (già sotto la giunta Moratti)"

In pratica

"quan­do due parti stipulano un con­tratto derivato, devono essere nelle medesime condizioni e dunque il valore delle presta­zioni deve essere pari a zero; se così non è, chi è in vantaggio deve ricostituire in partenza l'equilibrio dando a chi è in svantaggio un pagamento pari alla differenza"

Invece nel nostro caso c'erano già 52 milioni di euro di per­dita finanziaria a carico del Co­mune (quindi uno squilibrio in partenza) dovuta a condizioni con­trattuali che avvantaggiavano già in partenza le banche.

La Procura quindi sostiene che questa perdita del Comune

"costituisca di per sé e subito un profitto per le banche talmente concreto e attuale che gli istituti lo iscrivo­no a bilancio come valore effet­tivo, lo possono vendere e com­prare, lo pongono a base di mu­tui"

Ma ci sarebbe infine un terzo raggiro:

"aver violato i doveri di correttezza imposti lo­ro proprio dalla legge inglese «Fsa» che esse avevano voluto regolasse i contratti con il Co­mune, e in particolare aver ma­novrato per spingerlo a rinun­ciare (senza che se ne avvedes­se) a tutta una serie di preziose protezioni contrattuali di cui avrebbe in teoria dovuto e po­tuto godere nella sua veste di ente pubblico territoriale"

Il Comune è considerato parte lesa, e le 4 banche e i loro 12 manager so­no indagati in concorso con due ex manager comunali (Giorgio Porta e Mauro Mauri).

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