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Galleria, contratto non rinnovato per Versace: chiesto un risarcimento di oltre 750mila euro

Il Tribunale ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti di Palazzo Marino

Il Comune dovrà risarcire Versace per mancato rinnovo del contratto in Galleria

A causa del mancato rinnovo del contratto in Galleria, Versace ha chiesto un risarcimento di oltre 751 mila euro al Comune di Milano. Il Tribunale, dopo aver accolto la domanda, ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti di Palazzo Marino per 751mila e 395 euro.

Versace Galleria: niente gara pubblica

Non è la prima volta che Versace è al centro di polemiche. Ai tempi la convenzione del Comune non prevedeva come oggi l’obbligo della gara pubblica, quindi grazie alla cessione del ramo d’azienda era possibile far subentrare l’acquirente al titolare della concessione. Fu la bottega storica Bernasconi a cedere il ramo d’azienda a Versace in cambio di 15 milioni di euro. Il Comune, regista dell’operazione, ottenne dalla maison un canone raddoppiato pari a 732.182 euro l’anno. L’allora presidente del Consiglio comunale, Basilio Rizzo, chiese di cambiare le regole. Nel 2019, infatti, l’assessore al Demanio Roberto Tasca decise che gli spazi della Galleria potevano essere concessi solo con gara pubblica con l’unica eccezione per i negozi storici.

Versace Galleria: i rilanci di Dior all’asta

Nel 2019 Versace aveva chiesto al Comune il rinnovo della concessione presentando un ricorso contro le nuove “regole” che governavano gli affitti in Galleria. Nonostante ciò, il Comune mise a gara gli spazi. Dopo 38 rilanci, Dior riuscì a conquistare lo spazio con affaccio sull’Ottagono per 5 milioni di euro l’anno. Anche Versace aveva partecipato all’asta, ma decise di arrendersi.

Versace Galleria: l’opposizione del Comune

A seguito del mancato rinnovo della concessione, Versace ha deciso di fare ricorso al Tribunale. Il Comune, però, è deciso a fare opposizione in quanto “pare sussistere il difetto di giurisdizione del Tribunale ordinario”. Inoltre, “in analoghe vertenze intentate il Tar per la Lombardia ha convenuto che la disposizione in parola non può essere intesa quale previsione volta a garantire il diritto al rinnovo delle concessioni affidate senza gara, ovvero il diritto, ad esso alternativo, alla corresponsione di un’indennità in caso di mancato rinnovo”.

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