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Il Vangelo secondo Antonio: una riflessione sulla fede e la malattia

Scopri come lo spettacolo affronta il tema della malattia e della fede in modo unico e toccante.

Immagine che rappresenta la fede e la malattia nel Vangelo
Scopri come la fede affronta la malattia nel Vangelo secondo Antonio.

Il tema della malattia nel teatro contemporaneo

Dal 30 gennaio al 2 febbraio, il Teatro Osca ospiterà Il Vangelo secondo Antonio, un’opera di Dario De Luca prodotta da Scena Verticale. Questo spettacolo si propone di esplorare il delicato tema della malattia, in particolare l’Alzheimer, attraverso la storia di Don Antonio, un parroco che affronta una crisi esistenziale e spirituale. La malattia, spesso considerata un tabù nella società italiana, viene qui rappresentata con una sensibilità unica, mescolando momenti di profonda introspezione a situazioni comiche e inaspettate.

La trama: un viaggio interiore

La vicenda ruota attorno a Don Antonio, un parroco di una piccola comunità, che, colpito dall’Alzheimer, inizia a perdere i riferimenti della sua vita quotidiana. Al suo fianco, la sorella, una perpetua dal carattere forte, e un giovane diacono, che rappresentano due facce della stessa medaglia: la fede e la fragilità umana. La malattia non solo trasforma Don Antonio, ma costringe anche i suoi cari a confrontarsi con una realtà sconosciuta, fatta di rabbia, confusione e dolore. Tuttavia, in questo viaggio nella nebbia della mente, Don Antonio riesce a stabilire un legame profondo e inaspettato con Cristo, un rapporto che trascende la sua condizione.

Un messaggio di speranza e comprensione

In Italia, il tema della demenza è spesso avvolto da un velo di silenzio e vergogna. Con oltre un milione di malati, è fondamentale affrontare questa realtà con coraggio e sensibilità. Il Vangelo secondo Antonio si propone di dare voce a chi vive questa esperienza, offrendo uno spazio di riflessione e comprensione. Lo spettacolo non cerca di fornire risposte facili, ma invita il pubblico a esplorare le complessità della fede e della malattia, mostrando come, anche nei momenti più bui, ci sia sempre una possibilità di connessione e di amore.

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