Il primo caso di suicidio assistito in Lombardia solleva un acceso dibattito politico tra i partiti di centrodestra.

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Il primo caso di suicidio assistito in Lombardia
Il recente caso di suicidio assistito in Lombardia, avvenuto in conformità alla ‘sentenza Cappato’ della Corte costituzionale, ha acceso un vivace dibattito politico. Attilio Fontana, governatore della Lombardia, ha espresso il suo sostegno all’assessore al welfare Guido Bertolaso, il quale è stato coinvolto nella gestione della situazione di ‘Serena’, la donna che ha richiesto assistenza per il suicidio assistito. Fontana ha dichiarato che Bertolaso ha agito nel rispetto delle normative vigenti, affermando: “Ha fatto esattamente quello che doveva”.
Le reazioni politiche e le divisioni nel centrodestra
La vicenda ha messo in luce le divisioni all’interno della maggioranza di centrodestra. Mentre Fontana difende l’operato di Bertolaso, alcuni membri di Fratelli d’Italia hanno espresso critiche nei confronti della gestione del caso. Questo scontro è emerso in un contesto in cui, solo pochi mesi fa, la coalizione al governo aveva respinto una proposta di legge di iniziativa popolare che mirava a stabilire procedure chiare per il fine vita. L’eccezione di costituzionalità aveva unito i partiti al governo, ma ora la situazione è cambiata, portando a tensioni interne.
Il futuro del suicidio assistito in Lombardia
Fontana ha anche accennato a piani futuri, dichiarando che il “passaggio successivo” sarà quello di promuovere una legge nazionale sul suicidio assistito. La sentenza della Corte costituzionale, che fornisce indicazioni precise sulle condizioni per accedere a questo percorso, rappresenta un punto di partenza per una discussione più ampia. Fontana ha sottolineato l’importanza di creare un’uniformità di risposte a livello nazionale, affinché situazioni come quella di ‘Serena’ possano essere gestite in modo coerente e rispettoso delle normative.