Dopo gli scontri a Milano e Bologna, la destra avanza una proposta di censimento dei centri sociali.
Il contesto degli scontri
Il , Milano e Bologna sono state teatro di scontri che hanno riacceso il dibattito sui centri sociali in Lombardia. Questi eventi hanno spinto Fratelli d’Italia a presentare una mozione in consiglio regionale, con l’obiettivo di censire i centri sociali regolari e chiudere quelli irregolari. La mozione, firmata da Giacomo Zamperini, primo consigliere regionale del partito, chiede una verifica urgente della regolarità di queste strutture, citando casi specifici come il Leoncavallo di Milano, noto per le sue numerose notifiche di sfratto.
Le dichiarazioni politiche
Il clima politico si è ulteriormente inasprito dopo le dichiarazioni del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha definito i frequentatori dei centri sociali con termini denigratori. Queste affermazioni hanno sollevato un’ondata di critiche da parte dell’opposizione, che accusa la destra di voler reprimere le voci dissenzienti. Luca Paladini, esponente del Patto Civico, ha denunciato l’approccio punitivo della mozione, sottolineando come questa iniziativa non tenga conto delle reali esigenze di amministrazione e dialogo sociale.
Le reazioni della sinistra
Onorio Rosati, consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra, ha definito la mozione come una provocazione della destra, mirata a creare un clima di intimidazione nei confronti di chi si oppone al governo di Giorgia Meloni. Secondo Rosati, la Regione non ha competenze in materia di gestione dei centri sociali e l’iniziativa di Fratelli d’Italia rappresenta un attacco ai principi di libertà e pluralismo. La mozione, che potrebbe essere discussa già la prossima settimana, ha quindi sollevato un acceso dibattito politico, evidenziando le divisioni sempre più marcate tra le forze politiche italiane.