I migranti occupano la piscina Scarioni dopo giorni di lotta per un tetto a Milano.
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La situazione dei migranti a Milano
Negli ultimi giorni, la situazione dei migranti a Milano ha raggiunto un punto critico. Dopo l’incendio che ha distrutto la palazzina in via Fracastoro, molti migranti si sono ritrovati senza un tetto. Rete solidale Ci siamo ha annunciato che un gruppo di lavoratori immigrati ha occupato la piscina Scarioni in via Valfurva, dopo aver trascorso oltre un mese accampati in piazza Leonardo da Vinci. Questi migranti, che lavorano regolarmente e pagano le tasse, si trovano in una situazione di emergenza abitativa, lottando quotidianamente per la propria dignità.
Le richieste degli occupanti
Gli occupanti della piscina Scarioni hanno espresso il loro malcontento attraverso un lenzuolo affisso, sul quale si legge: “Milano: troppi lavoratori dormono in strada, vogliamo una soluzione. Basta sfruttamento, basta discriminazione”. “Siamo stanchi di rimanere nel fango”, hanno dichiarato, sottolineando che la loro occupazione non è una soluzione definitiva, ma un atto di protesta contro l’indifferenza delle istituzioni. La loro richiesta principale è quella di trovare una casa dignitosa, poiché la situazione attuale non è sostenibile.
La risposta della comunità e delle istituzioni
La comunità di Niguarda ha dimostrato solidarietà, offrendo colazioni solidali e supporto agli occupanti. Tuttavia, le istituzioni locali sembrano latitare, come ha sottolineato Deborah Dell’Acqua, vice coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Milano. “Milano, città vetrina dell’indifferenza amministrativa, continua a tradire i propri cittadini”, ha affermato, evidenziando l’inefficienza dell’amministrazione comunale nel garantire dignità e sicurezza ai più vulnerabili. La situazione dei migranti è solo l’ultimo atto di una serie di fallimenti che hanno portato a questa crisi abitativa.
Un futuro incerto per i migranti
La lotta dei migranti a Milano è un riflesso di una crisi più ampia che coinvolge il diritto all’abitazione e la dignità umana. Con l’occupazione della piscina Scarioni, questi lavoratori stanno cercando di attirare l’attenzione su una problematica che non può più essere ignorata. “Dopo l’incendio di via Fracastoro e il tentativo di rioccupazione di CasaLoca, ci siamo ritrovati costretti a occupare uno spazio”, hanno dichiarato, evidenziando la mancanza di alternative. La loro lotta è un appello a tutte le istituzioni affinché si facciano carico delle esigenze di chi vive ai margini della società.