Beppe Sala ha commentato positivamente la liberazione di Silvia Romano, esprimendo però rammarico per la vicenda simile riguardante Giulio Regeni.
All’indomani della liberazione della volontaria italiana Silvia Romano, rapita in Kenya nel novembre del 2018, il sindaco di Milano Beppe Sala esprima la sua soddisfazione per il ritorno a casa della sua concittadina. Il un video messaggio pubblicato nella mattinata del 10 maggio, il primo cittadino della metropoli meneghina ha raccontato dei mesi passati a stretto contatto con il ministero degli Esteri e con i familiari nella speranza di ricevere la buona notizia. Notizia che alla fine è arrivata come un raggio di sole in un momento così difficile come quello dell’emergenza coronavirus.
Beppe Sala sulla liberazione di Silvia Romano
Nel commentare la liberazione della 25enne milanese, tornata questa mattina nel quartiere di Casoretto dove risiede assieme alla famiglia, il sindaco Sala ha affermato: “Silvia Romano libera: era un auspicio, oggi è realtà. […] Io ho sempre seguito il suo caso cercando contatti con la Farnesina per rimanere informato e parlando con i familiari. Ci sono stati momenti di ottimismo e momenti se non di pessimismo perlomeno di cautela. C’era sempre la richiesta di rimanere nella discrezione e nel silenzio per facilitare le trattative e alla fine è arrivata la buona notizia”.
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Allo stesso tempo però, Sala ha voluto ricordare il caso di un altro cittadino italiano della cui sorte ancora non si sa nulla dopo molto tempo: Giulio Regeni. Il primo cittadino ha infatti spiegato che, se da una parte verrà rimosso con gioia da davanti Palazzo Marino il cartello che esortava alla liberazione di Silvia Romano, dall’altra verrà invece mantenuto lo striscione che inneggia alla verità per Giulio Regeni: “Io ho una grande stima per la comunità egiziana di Milano, è la seconda comunità per dimensioni dietro ai filippini con 41mila persone. In generale è brava gente, che lavora, sono ottimi cittadini. Però credo che il governo egiziano possa e debba fare di più per dirci la verità”.