La presenza di buche stradali è un pericolo a Milano: il sindaco Beppe Sala ha annunciato che nel 2020 i fondi saranno raddoppiati.
Sono stati molti i cambiamenti nel capoluogo lombardo durante il 2019, tra cui premi e riconoscimenti, ma la città è destinata a crescere ancora. Nel 2020, infatti, verranno raddoppiati i fondi per migliorare la situazione delle buche stradali di Milano. Ad annunciarlo è stato proprio il Sindaco Giuseppe Sala, tramite un lungo post esplicativo sui social.
Buche stradali, Sala: “Più fondi nel 2020”
Il 2019 è sicuramente stato un anno pieno di soddisfazioni per il sindaco Beppe Sala, che ha visto la sua città vincitrice di molti premi, primo tra tutti quello per la migliore qualità di vita in Italia. “Milano sta attraversando un periodo di grande trasformazione che la porta a essere molto attrattiva e dinamica. Essere più viva vuol dire anche essere più vissuta”, ha detto il primo cittadino che però non si accontenta e continua ad annunciare progetti e iniziative. A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno ha comunicato, con un lungo post sui social, che nel 2020 i fondi per riparare il manto stradale saranno il doppio.
Le buche lungo le strade del centro e della provincia sono sempre di più e sempre più pericolose. Le cause, come spiega Sala, sono molteplici. Prima fra tutte il cambiamento climatico, che ha portato piogge intense e incensanti, causando particolari cedimenti del cemento. Inoltre sono aumentati i servizi di consegna a domicilio e i turisti. Entrambi tendono ad utilizzare furgoni, nel primo caso, e automobile per spostarsi all’interno della città.
“Tutto ciò concorre ad accrescere l’usura del manto stradale, ne siamo consapevoli. Così come siamo consapevoli che si debba intervenire con maggiore intenzione e determinazione per porre rimedio alla situazione. Per questo motivo il 2020 sarà l’anno della svolta: abbiamo deciso di raddoppiare i fondi per la cura delle strade – ha poi concluso – Perché i milanesi hanno diritto a vie, vicoli, viali, controviali e piazze in buono stato. È una questione di sicurezza, prima ancora che di decoro”.