Le fiamme gialle qualche tempo fa avevano fatto un salto in Regione. A distanza di qualche mese ci sono 40 indagati, ecco perchè.
In Regione Lombardia un nuovo scandalo sta travolgendo quasi tutti i protagonisti della vecchia legislatura.
La Guardia di Finanza, come leggiamo sul Corriere, ha accertato un “utilizzo illecito dei rimborsi regionali dei gruppi consiliari”. E parliamo di milioni di euro ovviamente.
L’indagine riguarderebbe “spese fatte al di fuori dell’attività politica con soldi pubblici”: tecnicamente si va dai ristoranti, ai cioccolatini – sì, CIOCCOLATINI -, persino le sigarette. E poi menù baby da fast food, energy drink, pizze da asporto la domenica sera, cene offerte a decine di amici, libri, pane, brioche, colazioni, gelati, spesa, lecca lecca, gratta e vinci, fuochi d’artificio, computer, iPad, ovetti di cioccolata con sorpresa…
Tra gli indagati ci sono Nicole Minetti, Renzo Bossi, i capigruppo in Regione del Pdl e della Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli…una quarantina di indagati. E 22 consiglieri lombardi (Pdl e Lega) hanno già ricevuto un avviso di garanzia.
Il governatore uscente, Roberto Formigoni, ha detto:
“Credo che ci sia un grande equivoco alla base di tutto questo perché le regole in Lombardia sono chiare e sono assolutamente diverse da quelle delle altre regioni […] Le modalità di spesa dei finanziamenti dei gruppi regionali sono identiche per maggioranza e opposizione. La domanda è semplice: perché queste indagini soltanto sui gruppi di maggioranza quando è noto che i criteri di spesa sono identici per tutti?”
L’inchiesta è nata durante le verifiche per l’indagine di corruzione su Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale della Lega e su Franco Nicoli Cristiani, ex assessore del Pdl.
Intanto le fiamme gialle stanno acquisendo i documenti relativi alle spese di altri Gruppi consiliari, tra cui Pd, Idv e Sel.
(immagine archivio infophoto)