Questa mattina il Corriere ha lanciato il piano B di Expo 2015, concepito in un'ottica di austerity dato che la crisi si fa sentire. "Una balla gigantesca" risponde però l'ad di Expo Spa Lucio Stanca ad Affaritaliani.it:
"Quella notizia? Dico solo una cosa: è una balla gigantesca"
Ma secondo l'articolo del quotidiano ci sarebbe un nuovo progetto di Expo, un po' meno ambizioso del precedente. Si taglierebbero: il Pirellone Bis (risparmiando 220 milioni di euro), la linea 6 del metrò (risparmiando 870,7 milioni), le vie d'acqua e quelle di terra (risparmiando 331,2 e 206,5 milioni).
Anche Roberto Formigoni su Affaritaliani.it annuncia che
"non sono a conoscenza di un piano B per ridimensionare l'Expo. Noi stiamo lavorando in contatto costante con il governo e le altre istituzioni interessate sorvegliando perchè ogni euro sia speso con il massimo di efficacia. Ma anche recentemente il presidente Berlusconi agli Stati generali ha garantito che il governo coprirà tutte le spese che si è impegnato a realizzare. Certo realizzare Expo dopo questa crisi economica significa pensare una Expo nuova, molto fondata sulla comunicazione, sui linguaggi per attirare l'attenzione di tutto il mondo. Non gigantesche opere, che avevamo escluso fin dall'inizio, e soprattutto una grandissima attenzione all'utilizzo buono ed efficiente di tutte le risorse"
Leggiamo l'articolo del Corriere: si fa riferimento all'Expo di Saragozza, che è stato un mezzo flop. Di conseguenza i conti dei turisti attesi a Milano 2015 e degli introiti previsti vanno ridimensionati.
A Saragozza sono arrivati poco più di 5 milioni di visitatori, ben la metà di quelli aspettati. Si deduca che a Milano non arriveranno 27 milioni di ospiti, ma saranno forse 12 (la maggior parte lombardi o comunque italiani).
La spesa prevista per Expo supera i 3 miliardi di euro per le aree espositive, gli alberghi, i collegamenti e la gestione dell'evento (opere essenziali). I fondi saranno sborsati da Stato, enti locali, Camera di commercio e privati. Ma si può risparmiare.
Ecco come:
– rivedendo l'ipotesi di una maxi struttura sull'area già individuata: gli stand potrebbero così venire ospitati negli spazi di Rho-Pero, e magari ampliati. Così andrebbe realizzato un prefabbricato meno costoso che alla fine del 2015 potrebbe essere smontato e trasportata in Paesi in via di sviluppo con cui, grazie ad Expo, sono stati fatti contratti di collaborazione.
– tagli alle torri, scenografie, musiche, catering, ma anche ad alcune infrastrutture come la linea 6.
Il risparmio secondo quanto riportato dal Corriere sarebbe di oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro. Ma, se Stanca dice che il ridimensionamento non esiste, attendiamo chiarimenti.