Ora, va bene tutto, ma accusare un procuratore antimafia di "parole offensive e calunniose" sembra un po' troppo. Lo saprà bene Antonio Ingroia se in Lombardia c'è il reale rischio di infiltrazioni mafiose per gli appalti di Expo. In fondo ha solo detto che
"Gli amministratori del Nord sottovalutano il rischio delle infiltrazioni mafiose"
Il governatore della Regione, Roberto Formigoni, invece parla di "voglia di riflettori. Un buon magistrato rifugge dai riflettori come dal cianuro". Ingroia in fin dei conti ha solo risposto alla domanda di Klaus Davi, e ha esposto la sua opinione. Se invece si preferisce non sapere certe cose allora è un altro paio di maniche.
Formigoni ha detto che
"da tempo sono state messe in atto azioni contro le infiltrazioni della criminalità nell'Expo. Con il prefetto. Ma non lo raccontiamo né a Ingroia né ad altri"
Letizia Moratti spiega che
"Mi ero mossa già il 23 gennaio, ben prima che si svegliassero altri nel parlare di infiltrazioni mafiose su Expo, quando ho scritto una lettera al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nella quale chiedevo un decreto con cui istituire un comitato di vigilanza sulla trasparenza degli appalti"
Dovrà essere istituito un comitato di vigilanza, ma nel frattempo Antonio Marcianò spiega che
"siamo pronti a mettere in campo le forze ispettive necessarie per controlli a 360 gradi su regolarità di appalti, legalità dei rapporti di lavoro, misure antinfortunistiche. Che tutti i contratti di appalto relativi all'evento vengano preventivamente vagliati dalle Commissioni di certificazione già operanti presso le direzioni provinciali del lavoro, quali filtro a monte"
Invece i consiglieri provinciali Roberto Caputo e Vittorio Pozzati hanno risposto
"Le dichiarazioni del procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, vanno prese sul serio. Se la mafia si sta attrezzando in vista di Expo 2015, allora le istituzioni milanesi e lombarde non possono stare a guardare"
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