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Coronavirus, crescono i casi a Milano: “Servono misure più stringenti”

Sono ancora troppi i casi a Milano di Coronavirus: se non si migliora verranno presi provvedimenti per l'accesso ai mezzi pubblici.

Continuano ad aumentare i casi di Coronavirus a Milano e in tutta la regione Lombardia. Nonostante sembrasse che la curva non crescesse più in maniera esponenziale, il 17 marzo 2020 si contavano 151 casi in più in città rispetto al giorno precedente. Se la situazione non cambierà in qualche giorno si attueranno misure più stringenti, come spiega l’assessore al Welfare Giulio Gallera.

Coronavirus, crescono i casi anche a Milano

“Domenica o la curva scende o probabilmente bisognerà valutare l’assunzione di misure più rigide, dichiara Gallera. Poi aggiunge: “Spero che i sacrifici di molti e l’atteggiamento consapevole dei lombardi possa essere sufficiente“. Ma quali potrebbero essere le misure in più? Sicuramente riguarderebbe l’accesso ai mezzi pubblici. L’azienda di trasporti di Milano ATM ha tagliato le proprie corse e i passeggeri si sono lamentati del sovraffollamento. “O si cerca di aumentare le corse nelle ore di punta – spiega Gallera – o di chiudere in altri momenti. Se questo non è possibile va contingentato il servizio. Dovrebbe essere consentito di entrare nei vagoni solo a un numero ridotto di persone e gli altri aspetteranno”.

Ma non si parla solo del centro della città, perché anche negli hinterland la situazione non è delle migliori. Qui i casi registrati (al 17 marzo) sono 2.326 e una settimana prima se ne contavano 592. Bergamo è ancora la più colpita con 3.993 casi, segue Brescia – 3.300 casi – poi Milano con 2.326 contagiati. I dati della Regione Lombardia contano 16.220 casi totali, 2.485 guariti e 1.640 morti. Il totale di ricoveri attuali è di 6.953 con 879 nei reparti di terapia intensiva.

Attilio Fontana: “Useremo le maniere forti”

A ribadire il concetto ci pensa il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana e per farlo non ha usato mezzi termini. “Fra poco non saremo più nelle condizioni di dare una risposta a chi si ammala. – E sullo stare a casa aggiunge – amici io lo sto dicendo in modo educato, ma fra un po’ bisognerà cambiare il tono perché se non la capite con le buone bisogna essere un po’ più aggressivi anche nel farvela capire. Non vi stiamo chiedendo un sacrificio così, ma per salvare delle vite umane. Ogni uscita di casa è un rischio per voi e per gli altri. Se si dovesse andare avanti così chiederemo al governo anche le maniere forti”. La sua reazione è arrivata dopo che la Regione ha spiegato il nuovo meccanismo per tracciare gli spostamenti, grazie alle compagnie telefoniche.

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