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A un mese e mezzo dall’inizio delle lezioni, il Comune di Milano ha predisposto 460 assunzioni a tempo determinato (estendibili fino a 600) e 91 contratti a tempo indeterminato.
Patrizia Frisoli, Funzione pubblica della Cgil, chiarisce: “siamo preoccupati rispetto alla possibilità di reperire il personale. È stata trovata la disponibilità a sottoscrivere 260 contratti a tempo determinato e 77 a tempo indeterminato”.
La preoccupazione più grande è quella di non riuscire ad avere personale sufficiente per garantire tutte le attività, che vanno dalle 7.30 alle 18. Frisoli prosegue: “Il Comune ha mostrato grande disponibilità, ragione per cui aspetteremo di vedere cosa accadrà nelle prime settimane di scuola, ma se la situazione rimanesse questa la mobilitazione sarà inevitabile”.
La protesta sarebbe contro il governo nazionale che, nonostante le molteplici richieste, non ha allargato la rosa dei titoli di studio necessari per lavorare come educatori nella fascia 0-6.
A Roma si riflette sul rinnovo del contratto nazionale. Tra le ipotesi spunta quella di inquadrare gli educatori nella categoria D (al momento entrano con la C), che prevede uno stipendio più alto, ma anche il requisito obbligatorio della laurea.
Per la scuola dell’infanzia il requisito richiesto è la “laurea in Scienze della formazione primaria” o il diploma di istituto magistrale o liceo socio-psico-pedagogico conseguiti entro l’anno scolastico 2001/2002. Tenendo in considerazione che le facoltà citate sono a numero chiuso, trovare personale sta diventando un’impresa difficilissima. Attualmente, negli asili nido, grazie alla delibera regionale 6443 dello scorso maggio, è possibile assumere anche operatori con “diploma” e “comprovata esperienza di almeno 3 anni”.
Paolo Uniti, segretario di Assonidi, l’associazione di Confcommercio che riunisce 500 strutture lombarde di cui 280 milanesi, spiega: “A settembre riprenderemo le attività senza problemi, ma tra poco più di un anno sarà difficile trovare personale“. Secondo Uniti per lavorare con i bambini, invece di un pezzo di carta, servono “attitudine, passione e preparazione”.
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