Mi sono alfabetizzato sostanzialmente con le sue opere via via crescendo con una miriade di personaggi che potevano andare dai fumetti western ( ero un an di Maschera nera e soprattutto di Lurid Scorpion) ai super eroi Marvel ma anche Eureka fino ad Alan Ford per poi continuare con Kerry Kross e senza saltare i gialli di Riccardo Finzi.
La cosa che mi colpiva era che le sue opere erano diverse da tutto il resto, erano seriali per cui rivolte ad un pubblico vasto, il fumetto popolare, ma non lo assecondavano ne blandivano nei gusti ma lo attiravano proponendo un nuovo modo di raccontare ed un immaginario più diretto e non moralista o moraleggiante; in certo qual modo adeguavano il pubblico italiano ai tempi. Come se sfondasse delle porte per renderle accessibili a un moltitudine di persone.
Con Kriminal e Satanik ha innovato il noir con kriminali cattivi e non asettici, con Alan Ford e Maxmagnus ha introdotto la satira sociale, con Gesebel si va nella S/F ma anche nelle tematiche femministe, con Kerry Kross abbiamo il primo vero coming out in un personaggio titolare di una testa e per tacere della innovazione dei super eroi e l’universo Marvel la cui introduzione ha svecchiato mica da ridere dei super eroi vecchi e inadeguati ai tempi ed anche Riccardo Finzi come investigatore è stato un archetipo per altri a venire.
– In una Milano di più di mezzo secolo fa che non era New York City e dove i mezzi di comunicazione erano quelli di quei tempi dove prendeva tutte quelle idee di volta in volta? Quanto durava una sua giornata lavorativa?
La prima parte della domanda rappresenta l’impossibilità di dare una risposta precisa. Penso che la più esatta sia la semplice “sono nato cosi”. Io lavoro principalmente di notte.
La quiete mi stimola molto. Poi anche di pomeriggio, mai di mattino. Non esiste una durata standard. Una volta ho scritto 7 sceneggiature in 7 giorni un’altra 1 in una settimana.
– Come ho premesso lei ha un innato talento oltre che nella scrittura nello sfondare le porte dei generi e fare entrare aria fresca. Era un intento o una esigenza?
Entrambe. Cambiare o morire (di noia).
– Oltre che nello scrivere lei ha anche la fortunata dote che rasenta la rabdomanzia nello scoprire nuovi talenti…mi viene in mente Bonvi, ma anche Stan Lee e molti altri autori presentati negli Eureka Pocket.
Come faceva a scoprirli in quegli anni dove era difficile reperire informazioni ?
Sono sempre un po’ in anticipo sui tempi. Non solo scrivendo ma anche guardando (lontano).
– Alan Ford è una delle più longeve testate di fumetti italiane e non solo, quale è il segreto e perchè via via si è allontanato dalla satira sociale?
Niente segreti, una pubblicazione vive finchè ha lettori che la comperano. Il sociale era diventato il luogo della rissa.
Poi era diventato anche noioso.
– Lei è anche un appassionato di musica ed ancora di più lo era in gioventù visto che è stato fondatore del primo fan club di Frankie Lane e di Elvis Presley. Come le era venuta l’idea e come era gestire un fan club in Italia in quegli anni ? Ha mai avuto modo di conoscere i suoi idoli?
In Italia il club di un divo, specialmente musicale, era sconosciuto.
Io leggevo settimanali sia inglesi che americani così mi venne l’idea di seguirli.
– Tornando ai fumetti una cosa che mi ha sempre colpito erano i volti che a parte Alan Ford che era Peter O’Toole non erano ispirati o presi da attori come era, e per certi versi è ancora, uso fare. Come nascevano?
Le disposizioni sono sempre riferite a quello che il personaggio deve significare. Peter O’tool è stata una partenza che è durata poco.
Ho sempre avuto in scarsa simpatia il dare il volto di un attore o cantante.
– Chiamandosi la rubrica Bella Milano è d’obbligo la domanda su Milano che è la sua città e come era e come è diventata e se l’essere milanese a Milano l’ha aiutata nel suo lavoro
Milano dovrebbe cambiare sindaco. La sera anche nei posti del centro è un vergognoso dormitorio (e anche pericoloso). E i vigili dove sono? Tutti negli uffici? Essere milanese mi ha aiutato nella mia tendenza ad essere sempre alla ricerca della perfezione.
Leggi anche la precedente intervista della rubrica Bella Milano.