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Cristiano Zanni: “Niente tornerà come prima ma Milano saprà reagire”

Una vita tra il surf e l'editoria fino a riuscire a fondere perfettamente le due cose senza dimenticare mai Milano e le sue origini.

cristiano zanni
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Dopo la vittoria di numerose gare di windsurf, Cristiano Zanni ha deciso di dedicarsi all’editoria senza però abbandonare l’amore e la passione per il mondo dello sport. Nell’intervista per la rubrica Bella Milano ha raccontato la sua carriera e quanto la città lo abbia aiutato nella crescita professionale e non.

Intervista a Cristiano Zanni

Sei stato campione nazionale di windsurf negli anni 80 poi giornalista ed editore per anni in ambito degli sport da tavola e tra i primi a creare magazine dedicati al surf quando era ancora praticato da pochissime persone e poi pur rimanendo un surfer e attivo nella scena hai aperto Hub che è in poco tempo diventato un magazine di riferimento del settore. A cosa è dovuto questo cambio e che differenze hai trovato tra i due diversi ambienti?

L’esperienze vissute tra campionati italiani vinti da….milanese e le esperienze in giro per il mondo con la nazionale italiana tra europei, mondiali e preolimpiche hanno contribuito a regalarmi esperienze utili anche per il mio lavoro iniziato come giornalista poi come editore di magazine legati agli action sport.

La nascita di Hub Style successiva alla presa d’atto che gli action sport stavano vivendo un declino significativo soprattutto purtroppo a livello economico. Il progetto di Hub style conserva fin dalla sua nascita delle peculiaritá dal mio mondo storico con la sezione sneakers in particolare che si ispira in parte alle mie riviste di skateboard.

Il nuovo progetto editoriale è partito da subito con delle differenze sostanziali rispetto ai magazine action che erano rivolti al consumer.
L’edicola, in particolar modo per gli appassionati di sport d’azione, è morta giá da diverso tempo e, una volta preso atto di questa situazione ormai irreversibile, ho deciso di riprogettare totalmente nel 2017 un nuovo media che potesse essere fin da subito ben integrato tra digital e print. Un B2B di nuova concezione.

In che percentuale ti senti giornalista, editore o reporter?

Le percentuali le ho dimenticate da tempo. Ora sono solo un appassionato di editoria, che ama il proprio lavoro convinto che i progetti innovativi possano essere apprezzati in ogni ambito. Sul fashion non è semplice ma siamo sulla buona strada e ci stiamo togliendo un gran numero di soddisfazioni malgrado gli ultimi mesi complicati.

Quanto ha inciso Milano nelle decisioni che hai preso e che vantaggi e svantaggi si ha ad essere milanesi?

Milano è stata e continua a essere fondamentale per il mio progetto editoriale legato alla moda, qui ci sono quasi tutti i più importanti uffici stampa e operatori del settore. Qui è più semplice e funzionale far crescere progetti e start up.

Ad oggi ho intervistato per Bella Milano più di 60 persone di diverse età che coprono un arco di 3 generazioni e forse 4,e così ogni tanto mi chiedo, e ti chiedo visto che siamo coetanei, la nostra generazione è stata più avvantaggiata rispetto quella dei nostri genitori o dei nostri figli?

Sarebbe scontato dire si, sostenere che ai nostri tempi era più facile fare tutto e in parte credo sia cosi, ma oggi in realtá ci sono strumenti nuovi che consentono a chi ha talento e determinazione di arrivare a risultati sorprendenti grazie a un passaparola social diretto e senza filtri che una volta era impensabile.

Di rito è la domanda su Milano, la Pandemia mondiale e tutto quello che ne è conseguito: Milano tornerà come prima? Troverà da questa crisi motivi per un nuovo slancio o ne uscirà danneggiata gravemente?

Non credo possa tornare tutto come prima, questa Pandemia ha cambiato e stravolto tutto, ma Milano ha la capacitá di reagire e potrá anche ripartire prima degli altri.

Leggi anche la precedente intervista della rubrica Bella Milano.

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