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Davide Oldani, lo Chef premiato con l’Ambrogino D’Oro nel 2008, racconta la sua Milano: un tour della città attraverso il racconto di chi è nato e cresciuto nella città meneghina.
Il luogo di Milano che mi piace di più è Corso Magenta, in quanto è quella più collegata alla mia storia.
È una città che accoglie in tutti i sensi: le persone, le nuove idee, le evoluzioni dello stare insieme, il cibo. Amo il fatto di essere in una città importante e grande che si sta ingrandendo sempre di più.
Da milanese assolutamente nessuno. Anzi non la cambierei con nessun’altra città al mondo anche perché sono nato a Milano e sono Ambrogino d’Oro, uno dei più giovani.
Sono nato a Milano e vissuto a Cornaredo. A quei tempi quando passavamo le nostre giornate a Milano era una grande festa, anche se ci volevano solo 15 minuti per raggiungerla.
Il mio quartiere si è evoluto, espanso e si è aggiornato ai tempi nostri con la tecnologia, con l’accoglienza. Secondo me Milano fa da traino a tutto quello che è hinterland.
Te ghe l’oeucc püssée grand del boeucc, che significa hai l’occhio più grande della bocca. È un termine che utilizzo quando non si fa una cosa adatta o quando una cosa non è venuta bene.
Il ristorante del cuore era una trattoria che frequentavo da piccolo ma che adesso, purtroppo, non c’è più.
I ristoranti che frequento a Milano sono vari, non ho un posto fisso ma spesso e volentieri cambio. Mi piace spaziare, mi piace girare dalla pizzeria più importante al cinese, al giapponese o anche a quelli di alcuni colleghi.
Al Camparino, assolutamente.
A Milano non manca nulla perché quello che manca siamo sempre pronti ad accoglierlo, a cercarlo, a includerlo. Siamo sempre in “lavori in corso” in tutti i sensi.