UPDATE 18.30: la mostra non aprirà al pubblico giovedì 12 luglio, come inizialmente previsto, ma probabilmente sabato. «Il sindaco Moratti sarebbe ben felice di vietare l'esposizione ai minorenni – ha affermato Sgarbi – per segnalare la necessità della maturità. Questa è una cosa che dovremo valutare nelle prossime ore».
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Stiamo raggiungendo livelli ridicoli, spiace dirlo. La libertà d'espressione, soprattutto nell'arte, non può essere trattata in questo modo. Cara Letizia Moratti non è questa la strada da seguire.
La mostra gay Vade retro. Arte e omosessualità da von Gloeden a Pierre et Gille, al Palazzo della Ragione, sta diventando più di un semplice caso politico; si sta trasformando in una presa di posizione che non bada all'aspetto artistico ma poggia su una più allarmante divisione, che esiste a livello nazionale, tra i pro Dico e i contro Dico.
Che c'entrano i Dico, direte voi? Bè, la netta divisione tra sostenitori delle libertà degli individui e promotori della tradizione è nata proprio su questa questione: l'acceso dibattito alla Camera proprio sui Dico, il Family day, la giornata contro l'omofobia, il Festival del cinema gay e lesbico, le proteste per il gay pride.
Chiariamo meglio: in realtà non è partito tutto da lì, una contrapposizione di questo genere esiste da tempo, ma la discussione intorno ai Dico ha esasperato gli animi, scatenando gli estremismi. Da una parte e dall'altra, come sempre accade quando sul tavolo ci sono valori che appartengono all'uno o all'altro schieramento.
In una società moderna è assurdo che non vengano riconosciuti uguali diritti, da parte dello Stato, anche alla coppie gay. C'è chi la pensa così e chi sostiene il contrario. Vanno bene entrambe le posizioni, basta che le ragioni siano argomentate. Qui in Italia, più che in altri paesi, la presenza della Chiesa si fa notare. Prendiamolo come dato di fatto e partiamo a discutere essendo a conoscenza del problema.
E' però inaccettabile l'atteggiamento delle Istituzioni che usano le iniziative artistiche per ribadire i valori del proprio schieramento.
L'esempio è sotto agli occhi: la Moratti è di Forza Italia, Forza Italia è contro i Dico e promuove la famiglia tradizionale, quindi tutto ciò che ha a che fare con il mondo gay – realtà che ormai sembra relegata ad una influenza "rossa" – dev'essere in qualche modo ostacolato. Arrivando anche a gesti eclatanti come l'invio al macero del catalogo della mostra Vade retro. Arte e omosessualità da von Gloeden a Pierre et Gille.
E perchè la Moratti ha chiesto questo? Perchè dopo la decisione di ieri di togliere dalla mostra tre opere ritenute offensive, elimando così l'iniziale divieto ai minori di 18 anni, ci si è accorti che il catalogo della mostra conteneva foto delle opere incrimanate.
Abbiamo già trovato assurdo il fatto di dover togliere tre opere dalla mostra, anche se una di queste riguardava una statua molto somigliante al Papa Bendetto XVI. Bisogna portar rispetto per tutti, è vero, ma se in piena coscienza voglio andare a vedere una mostra nella quale è esposta la statua del Papa in tanga e reggicalze devo essere libero di farlo (mi va bene il discorso del vietato ai minori, è ancora accettabile).
L'abbiamo trovata un'opera di forte impatto, questo è vero, ma era una provocazione plausibile, in linea con le forti contrapposizioni che esistono tra Chiesa e comunità gay dopo l'avvento di Benedetto XVI.
Quindi no, non condividiamo questa presa di posizione da parte della Moratti per una semplice ragione: le motivazioni non sono artistiche, sono legate allo scontro tra schieramenti politici.
Per favore, si lasci stare l'arte quando in ballo ci sono tali motivazioni. Queste due realtà non sono mai andate a braccetto. Per fortuna.
Il dibattito è aperto, siete liberi di contraddirci.
(Le foto incriminate con la statua che somiglia al Papa sono prese da River). Quella qui sotto invece è del Corriere.